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Caltanissetta, caso sospetto di "Mucca pazza"

Un paziente, con i sintomi tipici della terribile Encefalopatia Spongiforme Bovina, è ricoverato sotto osservazione in un reparto dell'ospedale Sant'Elia: le sue condizioni sono buone. I suoi esami sono stati inviati a Milano per avere una diagnosi sicura e definitiva. Sarebbe il primo caso nel Nisseno

CALTANISSETTA. Un caso di mucca pazza in provincia di Caltanissetta. In assenza di statistiche certe forse si tratta del primo in assoluto in territorio nisseno e si manifesta nel momento in cui della terribile patologia quasi non si parlava più.


Comunque un paziente, del quale non sono state rese note le generalità e neanche il sesso, si trova ricoverato in un reparto dell'ospedale Sant'Elia e attualmente è sotto osservazione dei medici. Si sarebbe presentato qualche giorno fa al pronto soccorso e, dopo una visita accurata, smistato nei piani alti del plesso ospedaliero. I sintomi manifestati sarebbero quelli tipici della cosiddetta Encefalopatia Spongiforme Bovina (questo il nome scientifico del morbo che qualche anno fa ha generato ansia in tutto il mondo e soprattutto in Inghilterra dove era stato registrato il maggior numero di casi).  Per il momento le analisi del paziente sarebbero state inviate ad un laboratorio di Milano per seguire l'iter previsto da un protocollo del ministero della Salute per ulteriori accertamenti ma secondo i primi esami effettuati dovrebbe trattarsi proprio di Bse (questa la sigla della malattia neurologica).


Le condizioni del paziente (ma potrebbe anche trattarsi di una donna) comunque sarebbero assolutamente sotto il controllo dei medici i quali stanno effettuando la terapia prevista normalmente per casi del genere. I sanitari contattati ripetutamente non si sono sbilanciati, mantenendo - per ovvie ragioni legate alla privacy - il riserbo più assoluto.


Vengono categoricamente esclusi comunque rischi o problemi di contagio visto che il prione (proteina patogena conosciuta anche come «agente infettivo non convenzionale») si trasmette solo ingerendo carne infetta e non per via aerea, e con molta probabilità la stessa potrebbe essere stata ingerita molti anni fa e non necessariamente in Italia. Notizie ancora frammentarie dunque e che nelle prossime ore potrebbero trovare conferma dai dirigenti sanitari dell'Asp provinciale.



Se così fosse si tratterebbe del primo caso nella provincia nissena. Una decina di anni fa ci fu un caso sospetto a Milena che interessò una donna che aveva manifestato sintomi neurologici simili a quelli tipici della malattia. La donna fu anche disseppellita per consentire ai medici di effettuare le analisi sul cadavere, a quanto pare però l'esito fu assolutamente negativo. In Sicilia, invece, il primo caso in assoluto risale al 2003 quando una ragazza di Menfi di poco più di 20 anni manifestò i sintomi tipici della malattia. In realtà però il caso non fu mai accertato del tutto. Ai primi di marzo di quest'anno invece una donna di 72 anni è deceduta al Policlinico di Palermo e sarebbe il terzo caso del 2012. Uno si era verificato Castelvetrano (in provincia di Trapani), l'altro a Randazzo (provincia di Catania).

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