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I vescovi: "In Sicilia situazione politica preoccupante"

Grido di allarme dell'Episcopato siculo lanciato nel corso della sessione primaverile della Conferenza Episcopale: "Il recente scioglimento per infiltrazioni mafiose di alcuni comuni è la prova che la criminalità e il malaffare continuano ad inquinare la vita sociale e amministrativa della Regione"

PALERMO. «L'attuale situazione politico-amministrativa della Regione è preoccupante. Il recente scioglimento per infiltrazioni mafiose di alcuni comuni della Sicilia è la prova che la criminalità e il malaffare continuano ad inquinare la vita sociale e amministrativa della Regione». Questo il grido di allarme dell'Episcopato siculo lanciato nel corso della sessione primaverile della Conferenza Episcopale Siciliana che si è svolta dal 16 al 18 aprile a Caltagirone (Catania), ospite della Diocesi calatina.


«Politiche clientelari, sperpero di denaro pubblico, sperequazioni sociali - si legge nel documento finale - emergono sempre più a tutti i livelli, provocando il forte senso di antipolitica e la disaffezione della gente verso la 'cosapubblicà». Per la Cesi «la crisi in atto richiede ben altri
atteggiamenti e scelte da parte della classe dirigente che non possono non essere ricondotte alla ricerca del bene comune e alla dignità del popolo siciliano». 


«Il crescente disagio sociale, causato dall'emergenza lavoro - osservano i vescovi - sta provocando l'aumento vertiginoso di richieste di aiuto anche economico da parte di tante famiglie
che si rivolgono alle parrocchie e alle Caritas. E le prospettive non lasciano margini di ottimismo: sempre più aziende infatti chiudono i battenti lasciando le famiglie dei lavoratori nella disperazione».

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