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Terremoto, l'allarme di due presidi: "Crepe sospette nelle scuole"

A sostenerlo i dirigenti delle scuole Salgari in via Paratore, nella zona di via Oreto, e la Nazario Sauro in via Amedeo Aosta, allo Sperone, che hanno chiesto le verifiche strutturali ai vigili del fuoco ma che saranno regolarmente aperte. Se le crepe presenti nei muri siano state provocate dalla scossa di magnitudo 4.2 lo stabiliranno i pompieri nelle relazioni tecniche che verranno presentati ai dirigenti

PALERMO. Due istituti scolastici presenterebbero lesioni a causa del sisma di venerdì. A sostenerlo i dirigenti delle scuole Salgari in via Paratore, nella zona di via Oreto, e la Nazario Sauro in via Amedeo Aosta, allo Sperone, che hanno chiesto le verifiche strutturali ai vigili del fuoco ma che saranno regolarmente aperte. Se le crepe presenti nei muri siano state provocate dalla scossa di magnitudo 4.2 lo stabiliranno i pompieri nelle relazioni tecniche che verranno presentati ai dirigenti. Intanto numerose sono state le scuole regolarmente aperte dopo il caos di venerdì. Moltissime controllate dai pompieri.


Riaperta anche la strada per Montepellegrino, così come il cimitero dei Rotoli, chiuso senza nessuna direttiva da parte del dirigente comunale.  A distanza di 24 ore dal terremoto che ha messo paura ai palermitani scoppia la polemica sull'assenza di un vero piano di protezione civile. La mancanza si è sentita ieri visto che tutto è stato lasciato alle scelte dei dirigenti scolastici e comunali. Il piano è stato approvato nel 2001, dal commissario Guglielmo Serio. Ma non è stato mai aggiornato. Manca completamente la segnaletica. Le vie di fuga negli istituti e gli uffici comunali. Le aree di attesa e di ritrovo e ricovero. Poi soprattutto la formazione e l'informazione alla popolazione. Nei vari quartieri non è mai stato organizzata mai una simulazione. In caso di calamità nessuno sa come deve comportarsi. Più di una volta su questo delicato tema erano state presentate interrogazioni in Consiglio Comunale senza nessuna risposta.


Una mancanza di coordinamento che ha determinato molta confusione sottolineata da Pietro Lo Monaco, dirigente della Protezione civile. «L'evento sismico di venerdì, - dice Lo Monaco in una lunga lettera spedita al Giornale di Sicilia - in relazione alla bassa intensità con la quale si è manifestato, doveva essere gestito da parte di tutte le strutture pubbliche con procedure semplici e ordinarie che si dovevano limitare al momentaneo sgombero degli edifici. Poi la fase della verifica. Se non c'erano particolari danni ogni struttura avrebbe valutato se sussistevano le condizioni per la ripresa delle attività». Lo spettacolo mostrato da molte amministrazioni non è stato edificante secondo il dirigente della Protezione civile.


«Vedere chiudere di fronte a questo tipo di evento uffici pubblici importanti è stato un errore - dice Lo Monaco -. Così come non è in questi casi necessario che i genitori si precipitino a prendere i figli a scuola, dal momento che gli istituti scolastici sotto il profilo della resistenza alle azioni sismiche ed in particolare quelli allocati in strutture realizzate dopo il 1981 offrono sicuramente condizioni di sicurezza superiori a quelle che possono assicurare gli edifici adibiti a civile abitazione». La mancanza della cultura della prevenzione in casi di calamità lo si evince da un dato che ricorda bene Vittorio Mazza, che nel 2010 a palazzo Steri per conto dell'Enea e del Glis aveva organizzato a Palermo un mega convegno sul rischio sismico in Sicilia. «Abbiamo invitato più volte - racconta Mazza - tutti i sindaci della provincia di Palermo. Non si è presentato nessun primo cittadino anche se nelle loro città e paesi sono loro i primi responsabili della protezione civile».

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