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Intesta beni a prestanome: condannato un imprenditore

La quinta sezione del Tribunale di Palermo ha inflitto tre anni a Lorenzo D'Arpa, già condannato per mafia. Due anni alla moglie Roberta Vaccaro

PALERMO. La quinta sezione del Tribunale di Palermo ha inflitto tre anni di reclusione all'imprenditore Lorenzo D'Arpa, già condannato per mafia, per trasferimento fraudolento dei beni. Condannata a due anni la moglie Roberta Vaccaro. D'Arpa si era separato dalla moglie per evitare il sequestro dei beni. Ma la Guardia di finanza, grazie alle intercettazioni, ha scoperto che continuava a vivere con la donna e che aveva trasferito un milione e mezzo di euro di beni a prestanome.
Tra i beni vi sono il distributore Erg di via Messina Marine 336, formalmente intestato alla moglie, e le quote societarie della "Teo-odora", impresa di pulizie. Condannati a un anno e dieci mesi (pena sospesa) per intestazione fittizia i finti soci della Teo Odora Francesco D' Antoni, Alessandro La Fiura, Massimiliano La Blasca e Ida Martinelli.

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