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Bellolampo, chiesto il processo per Cammarata

A giudizio per la procura dodici persone tra le quali anche l'ex liquidatore dell'Amia Lo Cicero e i vecchi vertici dell’azienda. Sono accusate a vario titolo di disastro doloso, abuso d'ufficio, inquinamento delle acque e del sottosuolo, gestione abusiva di discarica e abbandono dei rifiuti speciali

PALERMO. La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio di 12 persone, tra le quali l'ex sindaco Diego Cammarata, accusate a vario titolo di disastro doloso, abuso d'ufficio, inquinamento delle acque e del sottosuolo, gestione abusiva di discarica e abbandono dei rifiuti speciali.             
Oltre a Cammarata il processo è stato chiesto per l'ex liquidatore dell'Amia, l'ex municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti e la discarica di Bellolampo, Gaetano Lo Cicero, l'ex presidente del consiglio di amministrazione della società Vincenzo Galioto, gli ex direttori generali Orazio Colimberti, Nicolò Gervasi, Pasquale Fradella, gli ex direttori del Dipartimento Impianti Giovanni Gucciardo,  Antonino Putrone, Fabrizio Leone e Aldo Serraino e i funzionari Luigi Graffagnino e Mario Palazzo.     
A Cammarata e Lo Cicero viene contestata anche l'accusa di abuso d'ufficio, perché secondo i pm avrebbero rimosso illegittimamente il direttore di Bellolampo, Giovanni Guicciardi, contrario alla loro gestione della discarica. Per Gucciardi e Marcello Caruso, anche lui ex direttore della discarica, finiti inizilamente sotto inchiesta, è stata chiesta l'archiviazione.    
Al centro dell'indagine, la formazione dell'enorme lago di percolato, il liquido rilasciato dai rifiuti altamente inquinante, che si è formato nell'impianto di smaltimento palermitano di Bellolampo.    Dalle analisi chimiche è emerso che il percolato si è infiltrato nelle falde acquifere e in quattro pozzi privati della zona in cui vennero trovate tracce di solfiti, nitrati e metalli. Il liquame, inoltre, sarebbe tracimato a valle, finendo per inquinare il torrente Celona che alimenta il canale Passo di Rigano, le cui acque finiscono nel mare dell'Acquasanta.   

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