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Lui è vivo e vegeto, ma per l'Inps è morto

Gioacchino Briguccia, 76 anni, risiede a Villagrazia di Carini. Due giorni fa ha ricevuto una lettera in cui l'ente richiede la restituzione di 544 euro

PALERMO. Due giorni fa la signora Matilde Ricchiari ha ricevuto una lettera dell'Inps in cui si chiede la restituzione di 544 euro. La somma corrispondeva alla mensilità di dicembre del 2001 della pensione del marito, Gioacchino Briguccia, che, secondo l'ente di previdenza, sarebbe morto da allora. Ma fortunatamente Briguccia, orologiaio da quattro generazioni, con un negozio in via Empedocle Restivo è vivo e vegeto. Ha 76 anni e risiede a Villagrazia di Carini. «All'inizio mi sono molto arrabbiato - racconta Gioacchino Briguccia - poi ho riso: l'Inps, per il quale sarei morto da quasi undici anni, pretende la restituzione di 84 euro in più di quanto percepisco al mese».


Gioacchino Briguccia si rivolgerà al patronato per comunicare all'Inps il clamoroso errore. Intanto la prende con spirito: «Per l'ente di previdenza sono un morto vivente, sto pensando di giocarmi i numeri al lotto». Legge con spasso la lettera ricevuta dall'Inps. «Ai signori eredi di Briguccia Gioacchino. Oggetto pensione Soart 3085311, pratica numero 93215. Sollecito restituzione somme non spettanti. Gentile signore, con lettera del 17 gennaio del 2002 le è stata comunicata l'indebita percezione sulla pensione in oggetto della somma di euro 500,44 relativa al periodo 1 dicembre 2001 al 31 dicembre 2001 per il seguente motivo: sono state riscosse rate di pensione successive alla morte del pensionato». La nota conclude: restituite i soldi o si aprirà un contenzioso». Adesso il pensionato si attende almeno le scuse.

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