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Strage via D'Amelio, nuova indagine: "In carcere ci sono sette innocenti"

Dopo le dichiarazioni di Spatuzza, la procura di Caltanissetta mette in discussione parte dell'inchiesta. Tre funzionari di polizia accusati di calunnia per aver suggerito ai pentiti di dire il falso sulle fasi dell'attentato

PALERMO. A distanza di oltre 19 anni dalla strage di via D’Amelio, una parte delle indagini e delle verità processuali finora seguite vengono messe in discussione dalla procura di Caltanissetta. Il procuratore Sergio Lari ha già presentato al procuratore generale Roberto Scarpinato gli atti di una nuova indagine, in base alla quale 7 persone – già all’ergastolo - sarebbero innocenti. Come riportato nelle pagine del Giornale di Sicilia in edicola oggi.
Furono condannati come “partecipanti” all’attentato che causò la morte del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cusina e Claudio Traina. Adesso il pg Scarpinato dovrebbe avviare la richiesta di revisione alla Corte d’appello di Catania. I nomi dei 7 condannati sono: Salvatore Profeta, Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Giuseppe Urso, Gaetano Murana, Natale Gambino e Gaetano Scotto.
Ciò che avrebbe permesso di aprire un nuovo capitolo nelle indagini sarebbero i racconti di Gaspare Spatuzza e di Fabio Tranchina, che offrirebbero una nuova chiave di lettura alle fasi della strage. Dopo le loro dichiarazioni, infatti, alcuni pentiti ritrattarono i loro racconti affermando che furono costretti a dichiarare il falso. Falsità che sarebbero state suggerite da tre funzionari dello Stato: Vincenzo Ricciardi, questore di Bergamo; Salvatore La Barbera, dirigente della Criminalpol a Milano e Mario Bo, dirigente della squadra Mobile di Trieste. Per loro adesso c’è l’accusa di calunnia aggravata per aver offerto alla magistratura una ricostruzione della strage che oggi potrebbe rivelarsi clamorosamente falsa.


AGGIORNAMENTO DELLE ORE 12.27. Nasce un nuovo filone di indagine sulla strage Borsellino. Riguarderà il "colossale depistaggio", come lo ha definito il procuratore Sergio Lari, che venne organizzato dagli apparati investigativi e dai servizi segreti attraverso la manipolazione delle dichiarazioni di Vincenzo Scarantino. Oltre a chiedere la revisione del processo per sette dei condannati all'ergastolo con sentenza definitiva, la Procura di Caltanissetta ha deciso di stralciare la posizione di tre poliziotti, che facevano parte della squadra guidata dal questore Arnaldo La Barbera, ora indagati per calunnia.

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