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Arci: detenzioni illegali nel Cpsa di Lampedusa

ROMA. "Il perdurare delle detenzioni illegali; la scarsità delle informazioni fornite ai detenuti sui loro diritti a cominciare da quello d'asilo; il mancato invio dei richiedenti asilo nelle strutture preposte (Cara), scegliendo in contrasto alle disposizioni di legge la detenzione nei Cie": sono queste alcune "problematiche" riscontrate dall'Arci nel Centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa, dove è stata autorizzata dal Ministero dell'Interno a svolgere le proprie funzioni di ente di tutela in favore dei cittadini stranieri.  
L'associazione solleva inoltre anche altre preoccupazioni sulla gestione del centro: "L'ente cui è affidata - si legge in una nota - ha messo in atto ormai un vero e proprio boicottaggio nei confronti degli operatori dell'Arci, per i quali, nonostante le autorizzazioni del Ministero e della Prefettura, è sempre più difficile muoversi liberamente all'interno del Cspa".
L’associazione ha infatti denunciato in più occasioni "la situazione di degrado cui sono costretti i trattenuti: dalle condizioni igieniche, alla mancanza di vestiario adeguato; dai ritardi nell'assistenza sanitaria all'inadeguata accoglienza offerta ai minori spesso abbandonati a se stessi; dalla scarsa e cattiva qualità del cibo alle difficoltà a entrare in contatto coi legali che dovrebbero assisterli: una situazione che va radicalmente modificata".

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