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"Cuffaro-mafia, nessuna intesa" Le motivazioni dell’assoluzione

L'ex presidente della Regione, condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato, in un altro processo non è stato ritenuto colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa. In ogni caso "non si crede affatto che sia stato un sempliciotto in balia delle millanterie di questo o quell’altro mafioso"

PALERMO. “Cuffaro non fece accordi con i mafiosi”. Questa la sintesi delle 230 pagine delle motivazioni della sentenza con cui l’ex presidente della Regione, condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato, non è colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa.
“Non basta la prova di certe frequentazioni con soggetti gravitanti nell'ambiente mafioso – si legge nel documento pubblicato oggi dal Giornale di Sicilia in edicola - poiché tali aspetti potranno essere magari criticati sotto un profilo morale e sociale, ma non sono sufficienti per scrivere una sentenza di condanna. Tutti questi elementi sono di “pericolosa contiguità” ma non portano al reato in questione”.
D’altra parte, scrive ancora il giudice: “Non si crede affatto che il Cuffaro sia stato un sempliciotto in balia delle millanterie di questo o quell’altro mafioso e la cui carriera elettorale si sia fondata su casuali incontri con soggetti ‘poco raccomandabili’ o su notizie investigative segrete dategli da ‘amici inaffidabili’”. Dell’ex governatore si parla come “un politico assolutamente arguto ed avveduto che ha, sempre in modo utilitaristico, improntato la sua attività politica ad un certo ‘disinvolto’ registro comportamentale”.

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