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Omicidio Corrao, il domestico confessa il delitto

Il movente non è ancora chiaro. Gli investigatori stanno ascoltando diverse persone per capire se tra l'ex senatore e il domestico i rapporti andavano oltre quelli lavorativi. Se dietro al gesto ci sia un movente passionale

GIBELLINA. Sgozzato con un coltello da cucina, quasi decapitato, con le vene dei polsi tagliate, in testa i segni di colpi inferti con una statuetta e in un lago di sangue. Finisce nel modo più brutale la straordinaria esistenza di Ludovico Corrao, 84 anni, uomo di profonda cultura e umanità prima che protagonista politico con il Pci tra gli anni Cinquanta e Ottanta e vero e proprio artefice della rinascita di Gibellina, la cittadina in provincia di Trapani rasa al suolo dal terremoto del '68 che distrusse la valle del Belice.
Corrao e' stato assassinato nella sua camera da letto, nell'appartamento dove viveva da qualche anno e che si trova all'interno del baglio che ospita la Fondazione Orestiadi, l'ente al quale si dedicava anima e corpo. Del delitto si è autoaccusato il domestico, Saiful Islam, 21 anni originario del Bangladesh, interrogato da diverse ore dagli inquirenti.
Sotto shock i familiari, gli amici, i colleghi di lavoro, il mondo della cultura e della politica. Decine gli attestati di cordoglio e i ricordi per un uomo definito da molti "un pezzo di storia che se ne va".
Il cadavere è stato trovato dai carabinieri avvertiti proprio dal domestico con una telefonata: "Ho ucciso il senatore Corrao". Nella camera da letto i militari si sono ritrovati davanti una scena raccapricciante. Il domestico ha anche telefonato a Michele La Tona, direttore della Fondazione Orestiadi: "Mi ha detto: Ho ucciso il senatore a coltellate; gli ho detto di smetterla di scherzare, ma lui mi ha risposto 'non sto scherzando, e' la verità".
Il movente dell'omicidio non è ancora chiaro. Gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica di Marsala Giacomo Brandini, stanno ascoltando diverse persone, nella cerchia di amici ma anche di colleghi di lavoro, per capire se tra l'ex senatore e il domestico i rapporti andavano oltre quelli lavorativi. Se dietro al delitto, insomma, ci sia un movente passionale. Ma gli inquirenti al momento non escludono nulla.
Corrao era separato e padre di tre figli: Antonella, che dormiva con la figlia 17/enne in un altro appartamento della Fondazione ma che non ha sentito nulla tanto da essere stata svegliata dai carabinieri; Francesca, che sta rientrando da Cogne dove era in vacanza, e Vincenzo, che lavora negli Stati Uniti. L'ex parlamentare aveva assunto il domestico due anni fa; il ragazzo viveva in un appartamento attiguo a quello di Corrao.
Tra i due, raccontano amici e parenti, i rapporti erano buoni; il ragazzo spediva parte dello stipendio alla famiglia in Bangladesh per pagare gli studi a un fratello e da qualche giorno stava facendo pratica per prendere la patente, grazie proprio all'aiuto di Corrao. L'ex senatore era un personaggio molto eccentrico, che vestiva in modo vistoso indossando cappelli a larghe falde e lunghe sciarpe bianche. Anche per questo motivo non passava di certo inosservato. Nel 1975 era stato vittima di un attentato intimidatorio: una carica di esplosivo venne piazzata nella sua villa sul Monte Bonifato, nei pressi di Alcamo (Tp), il paese dove era nato. Secondo gli atti dell'inchiesta nell'atto intimidatorio era coinvolto un giovane tunisino che aveva rapporti con l'esponente politico.

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