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I dipendenti del Cefop a Centorrino: "Basta con le mortificazioni"


Egregio professore Centorrino,

l’abbiamo ascoltata ieri sera, quando , dopo il dibattito in Aula ha preso la parola, al termine degli interventi dei parlamentari, l’abbiamo ascoltata bene, abbiamo raccolto le sue parole, poche, dure, pronunciate senza tentennamenti, parole che hanno inferto l’ennesimo colpo sulle nostre teste, la mazzata finale, “il Cefop è in una situazione nella quale non può ricevere un euro, ma non perché Centorrino è sordo e cattivo o ha la bramosia di potere, ma semplicemente perché le norme giuridiche gli vietano di dare un euro ad un ente che è sostanzialmente fallito, cioè che non è riuscito a mantenere una gestione, i ritardi con cui noi stiamo considerando il caso Cefop, sono dovuti ad una testardaggine da parte degli organi direttivi del Cefop di non porre i lavoratori in mobilità, se l'avessero fatto il primo gennaio probabilmente il primo febbraio già questi lavoratori avrebbero ricevuto il trattamento di Cassa integrazione in deroga, come lo riceveranno adesso ma probabilmente non a partire da gennaio ma dal mese scorso quando sono stati messi in Cig….”.
Abbiamo raccolto anche la sua solidarietà, la sua vicinanza morale alla nostra tragedia e quindi ora possiamo sentirci a posto!
Me lei crede veramente che con questo suo parlare la rassegnazione possa avere la meglio sui nostri drammi?
Siamo disperati, sì, ma non tonti, abbiamo fame, ma non siamo idioti, abbiamo perso la dignità lavorativa, ma non certo il nostro onore. Abbiamo titoli di studio superiori, anche d’eccellenza, abbiamo tanta esperienza e professionalità da vendere e soprattutto sappiamo bene come funziona la macchina infernale della formazione professionale in Sicilia, definibile una carovana, ed il termine non è certo scelto a caso!
Continuare ad identificare l’ente Ce.Fo.P. con i suoi dipendenti determina grave mancanza di rispetto, catalogandoci tutti come “Falliti”.
Adesso pretendiamo le sue pubbliche scuse insieme ad un’immediata soluzione della grave emergenza creata.
Lei aveva ed ha il dovere di vigilare, come lo avevano i suoi illustri predecessori, di controllare, di ispezionare e sanzionare coloro che oggi tardivamente accusa, se non lo ha fatto, se non lo avete fatto saranno le competenti autorità a verificarlo.
L’ente Ce.Fo.P. non è certo nato ieri, è cresciuto negli anni sostenuto dai sistemi di turno, è stato utile a tante campagne elettorali, e non si può negare che in tanti ne abbiano tratto benefici… compreso il partito del presidente della Regione, che non si è fatto mancare nulla, compresi oltre 1800 voti raccolti proprio da candidatura interna, appartenente a quella “dirigenza”, quella “alta”, che oggi lei assessore definisce “testarda ed incapace di gestire l’ente”!
Anomala connivenza, la “mala gestio” andava attenzionata, ma evidentemente le “sviste” sono state tante e tali da provocare un simile disastro.
Quindi per lei adesso i lavoratori restano a bocca asciutta? Le norme che regolamentano il settore a tutela della salvaguardia dei livelli occupazionali si saltano a piè pari?
Noi non ci stiamo!
Noi pretendiamo rispetto, le retribuzioni mancanti, il reintegro nelle nostre mansion, rivogliamo i nostri posti di lavoro.
La invitiamo a non volgere verso di noi uno sguardo pietoso, non consentiremo a nessuno di massacrarci ancora un minuto di più. Adesso auspichiamo che gli organi inquirenti facciano luce su quanto è realmente accaduto e di cui il personale non è mai venuto a conoscenza.
Possano gli organi competenti accertare le vere responsabilità, le ripetute omissioni ai vari livelli (politico, amministrativo e contabile) affinché termini questa vergognosa ed inqualificabile vicenda dall’amaro sapore tutto siciliano, che vede pagare a caro prezzo solo i dipendenti del Ce.Fo.P.
Basta con le mortificazioni.
Si assuma tutte le sue responsabilità e quelle dei suoi uffici, evitando inutili proclami di conquiste di legalità, quando sul suo cammino ha solo prodotto vittime innocenti.



I DIPENDENTI DEL CE.FO.P.

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