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Barcone soccorso, a bordo 25 cadaveri

La “carretta del mare” si trovava a circa un miglio da Lampedusa. I corpi erano nella stiva del natante. Le persone molto probabilmente sono morte asfissiate perché il barcone era stracolmo di migranti

LAMPEDUSA. Una fila di bare coperte da teloni di plastica blu, allineate sul molo di Lampedusa presidiato dalle forze dell'ordine, racconta l'ultima tragedia dell'immigrazione.  Si scorgono da lontano. Una macchia di colore tra l'ocra delle case e il cemento della banchina.  Riposano lì i resti di 25 disperati che hanno sfidato il Mediterraneo per raggiungere l'Europa  e che sono morti soffocati durante la traversata. Uccisi, questa volta, non dal mare in burrasca, ma dai compagni che hanno impedito loro di lasciare la minuscola stiva in cui erano rinchiusi.    Non c'era abbastanza spazio per tutti  sul ponte del  piccolo legno di 15 metri con cui avevano deciso di raggiungere le coste siciliane. 


Per questo, quando gli sfortunati a cui era toccato il viaggio nella sala macchine - una stanzetta senza prese d'aria di 2 metri per 3 - hanno cercato di risalire all'aria aperta spingendo con tutte le forze la botola chiusa sulle loro teste, sono stati ricacciati giù con violenza dai compagni che temevano che il loro arrivo in coperta potesse fare ribaltare il barcone.  Una atroce lotta per la sopravvivenza costata la vita a 25 giovani migranti, tutti maschi, che a poco a poco sono rimasti senz'aria. Una morte terribile su cui la procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta urgente in attesa dell'autorizzazione del ministero della Giustizia come la legge chiede in caso di eventi accaduti in acque internazionali.    La tragedia si sarebbe consumata nel mare libico. Secondo i medici che hanno effettuato l'ispezione cadaverica i disperati chiusi nella stiva sarebbero sopravvissuti  solo qualche ora.  Il legno, hanno raccontato ai poliziotti i testimoni, molti dei quali ancora sotto shock, avrebbe lasciato Tripoli sabato. Ieri pomeriggio uno dei migranti avrebbe chiamato con un satellitare un amico in Italia segnalando la partenza dell'imbarcazione dalla Libia. Il natante è stato avvistato una prima volta in acque Sar libiche, a 70 miglia da Lampedusa, da un aereo della Finanza che ha avvertito la Guardia Costiera. A 35 miglia dall'isola una motovedetta della Capitaneria si è avvicinata al legno: mare forza 4, vento di maestrale molto forte.


L'imbarcazione ha continuato a a navigare "scortata" prima dalla motovedetta, poi da altre due imbarcazioni: una della Finanza, l'altra della Guardia Costiera. A un miglio dalle coste un'avaria al motore ha costretto i militari a trasbordare i migranti: 271 tra i quali anche donne e bambini.    E' così che gli uomini della Capitaneria intervenuti per quella che sembrava un'operazione di soccorso di routine hanno scoperto i corpi. Ammassati sottocoperta,  pieni di escoriazioni, lividi, segni del disperato tentativo di risalire sul ponte spingendo, urtandosi l'uno con l'altro. Mentre da sopra i compagni terrorizzati tenevano chiusa la botola. Alcuni hanno sostenuto che uno degli uomini chiusi nella stiva è riuscito a uscire, ma è stato "punito" e buttato in mare.     Racconti agghiaccianti come quelli di coloro che hanno riferito di altre cinque imbarcazioni in partenza da Tripoli e mai giunte a Lampedusa:  dei natanti incontrati lungo la traversata dai 271 non c'é traccia lungo le coste siciliane. Né sarebbero approdati a Malta.   


Le testimonianze dei superstiti, raccolte prima dai volontari di Medici Senza Frontiere e dal personale dell'Unhcr, sono finite tutte nel fascicolo d'inchiesta aperto dalla Procura. Molte sarebbero contraddittorie e poco chiare. "Dobbiamo capire - ha detto il procuratore di Agrigento Renato Di Natale - se questo dipende dallo stato confusionale in cui i migranti si trovano o se c'é qualcosa che non ci dicono".  Ma se la dinamica sembra abbastanza chiara,  per niente facile sarà accertare le responsabilità individuali. I magistrati procedono ancora contro ignoti per morte quale conseguenza di altro reato e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e non avrebbero ancora accertato se a bordo c'erano scafisti.    "Ora è importante fare chiarezza su quanto è accaduto  - dice il portavove dell'Unhcr Laura Boldrini - Di certo sul barcone ci sono stati momenti di forte tensione: lo dimostra il fatto che molti migranti sono giunti con fratture e sono stati medicati sull'isola". Sono morti per le "disumane condizioni in cui sono stati costretti a viaggiare", ha commentato il sottosegretario all'Interno con delega all'immigrazione, Sonia Viale, che, dopo avere consultato le autorità sanitarie, ha escluso che ci possano essere rischi per la popolazione di Lampedusa. L'isola, che della tragedia ha saputo dai media, ha continuato la vita di ogni giorno. Stasera  però le vittime verranno ricordate in piazza. Per sei il Comune ha trovato sepoltura n

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