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Borsellino, Maroni depone una corona di fiori

L'iniziativa alla caserma Lungaro di Palermo. Il ministro dell'intero ha poi salutato il figlio e la moglie del giudice

PALERMO. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha deposto una corona di fiori nella caserma Lungaro di Palermo, in occasione della commemorazione del 19/mo anniversario dell'assassinio del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta. All'iniziativa hanno partecipato il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, i vice capi della polizia Nicola Izzo e Francesco Cirillo, il prefetto e il questore di Palermo.
Presenti anche i rappresentati delle altre forze dell'ordine. Al termine della cerimonia il ministro si è fermato a salutare il figlio e la moglie del giudice, Manfredi e Agnese Borsellino.
FINI. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, invece, ha deposto una corona d'allora in via D'Amelio, a Palermo, nel luogo della strage dove 19 anni fa furono uccisi Paolo Borsellino e gli agenti di scorta. Fini è stato accolto da Salvatore Borsellino, fratello del magistrato, e si è intrattenuto per alcuni minuti con i giovani delle agende rosse. I partiti sono tenuti a svolgere un'opera di pulizia al loro interno. E' il monito lanciato dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, nell'intervento in memoria di Paolo Borsellino che si è svolto nell'aula magna del palazzo di giustizia di Palermo. "Nella battaglia contro la criminalità organizzata - ha detto Fini - quello politico è un fronte decisivo. E' un fronte che passa sia per l'attività di governo e per quella legislativa sia per la forza di mobilitazione dell'opinione pubblica. Passa soprattutto per la capacità degli stessi partiti di fare pulizia al proprio interno eliminando ogni ambigua zona di contiguità con la criminalità e il malaffare".
"Questo significa innanzitutto - ha aggiunto - evitare di candidare persone sospette di vicinanza con la mafia e a maggior ragione di non elevarli a posti di responsabilità. Non è necessario aspettare sentenze definitive per prendere le decisioni che servono. Basta applicare principi di responsabilità politica e di etica pubblica".
 

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