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Palermo, proteste a piazza Magione per la scatenata movida

Sul prato oltre alle bottiglie e cartacce ci sono anche escrementi. I residenti: riposare nel fine settimana è un'impresa, regna il caos più assoluto. A ripulire tutto ci pensano gli immigrati, pagati dai commercianti

PALERMO. «Chi dorme non piglia pesci», è un detto che assai poco interessa gli abitanti di piazza Magione. E questo per tre buoni motivi. Primo: lì non c'è il mare. Secondo: nessuno di loro, probabilmente, fa il pescatore di mestiere e terzo, cosa più importante, la notte, in ogni caso, per riuscire a prender sonno devono fare i salti mortali. Così, con un pizzico di sarcasmo, iniziamo a raccontare il disagio che sono costretti a sopportare, ormai da troppo tempo, coloro che vivono qui, in una delle piazze più caratteristiche e suggestive del centro storico cittadino, cuore, anch'essa, della cosiddetta movida palermitana.



Dal tramonto e fino all'alba, infatti, tutta l'area assume le sembianze di una sorta di maxi discoteca o, se preferite, di un immenso villaggio gastronomico, a cielo aperto, dove si balla, si canta, ci si ubriaca e, inevitabilmente, si schiamazza. Dove migliaia di ragazzi, soprattutto nei fine settimana, vanno a divertirsi, ascoltando la musica «sparata» ad altissimo volume dai pub, o a sedersi per mangiare e bere in uno dei tanti tavolini piazzati sull'ampio giardino dai venditori ambulanti abusivi. Così, marciapiedi e aiuole diventano luoghi di bivacco e pattumiere e i portoni dei palazzi, addirittura, vespasiani, che i giovani, spesso in preda ai fumi dell'alcol, utilizzano per i loro bisogni fisiologici. Inevitabile, quindi, che, in questa baraonda, per la gente del quartiere addormentarsi diventi una chimera. Per non parlare, poi, dello scenario che si presenta ai loro occhi e a quelli dei tanti turisti che vanno a visitare la chiesa e gli altri monumenti, il mattino dopo: il prato (o, per meglio dire, quel che ne è rimasto) è un tappeto di bottiglie e cartacce. Il tanfo d'urina e di escrementi è insopportabile. Meno male che almeno il vetro, dall'erba, qualcuno, di tanto in tanto, lo raccoglie. Non sono, però, gli operatori della Gesip (che avrebbero l'incarico di ripulire gli spazi verdi pubblici), ma, paradosso nel paradosso, sono alcuni cittadini extracomunitari, pagati a cottimo dagli stessi abusivi. Senza di loro, quindi, con tutta probabilità, piazza Magione, in capo a qualche giorno, somiglierebbe ad una piccola Bellolampo nel bel mezzo della città.



Ieri, comunque, quando sul posto ha fatto tappa il Camper del Giornale di Sicilia, gli addetti dell'Amia stavano cominciando a togliere la spazzatura almeno dalla strada. Dal canto loro, i residenti non mancano di protestare, come ad esempio Valeria La Spisa: «Siamo sommersi dalla sporcizia - dice - e la notte chiudere un occhio è un'impresa». Le fa eco Giuseppe Russello: «In questa piazza regna l'anarchia. Pattuglie di polizia municipale non se ne vedono quasi mai. In questa zona - prosegue Russello - occorrerebbe invece un presidio fisso. I posteggiatori abusivi, poi, pretendono "la mancia" anche da noi, che abitiamo qui». «La colpa è pure della scarsissima educazione che dimostrano i tanti ragazzi che frequentano questo posto», spiega Enzo Scozzola, un altro residente. Valentin Garnero, studente francese che frequenta un corso di formazione in città, pone l’attenzione sul caos che si genere nella piazza durante la serata: «I titolari delle birrerie - spiega Garnero - dovrebbero tenere più basso il volume della musica, inoltre andrebbero multati tutti coloro che sporcano il prato gettandovi di tutto». «Impossibile prevedere, al momento - ha replicato, nel corso della trasmissione radiofonica "Ditelo a Rgs" di ieri, Antonino Cotroneo, coordinatore della sezione amministrativa dei caschi bianchi - una nostra presenza costante, soprattutto la notte e nei week-end. Il comune, infatti, non dispone dei fondi necessari per pagare agli agenti le ore di straordinario».

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