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Libretti nei cassetti di aspiranti milionari

Saltano fuori uno dopo l'altro i possessori di vecchi libretti a risparmio, contenenti poche lire e che adesso “rischiano” di valere una fortuna. Da Palermo, ma anche da altre parti dell'isola: Patti, Canicattì, Mazara del Vallo, e, addirittura, da Ferrara

PALERMO. Uno, due, dieci... trenta, forse più. Saltano fuori uno dopo l'altro, come d'incanto, gli aspiranti milionari, possessori di vecchi libretti a risparmio, contenenti poche lire e che adesso «rischiano» di valere una fortuna. Decine le telefonate giunte al Giornale di Sicilia, dopo un articolo sull'argomento, apparso nell'edizione di domenica scorsa, in cui si raccontava del fortunato ritrovamento da parte di Nunzio Lo Iacono: un libretto di risparmio delle Poste che oggi varrebbe 700 mila euro.
Da Palermo, ma anche da altre parti dell'isola: Patti, Canicattì, Mazara del Vallo, e, addirittura, da Ferrara. Tutti a chiedersi se è vero che qualche spicciolo (che, però, ai tempi era una discreta sommetta) lasciato in deposito 40 o 50 anni fa, oggi vale almeno 200 mila volte tanto. Pensionati, casalinghe, impiegati, ma anche disoccupati, che sperano, così, di cambiare la propria vita. Quel documento, che in molti casi neppure ricordavano più di avere, lasciato in eredità o regalato dal padre, dal nonno o, persino, dal bisnonno, oggi può paragonarsi ad un biglietto vincente della lotteria. Ma sarà vera gloria? O per meglio dire, vera ricchezza? Ai giudici l'ardua sentenza. Quei giudici che dovranno pronunciarsi al termine della causa intentata innanzi al tribunale di Roma da un'ottantina di cittadini, sparsi in tutta la penisola, che, insieme all'avvocato Marco Angelozzi, che li rappresenta, hanno dato vita ad una class action per veder riconosciuti gli interessi e la rivalutazione monetaria della cifra a suo tempo versata, nei confronti di Poste Italiane, Bankitalia e Ministero delle Finanze. La prima udienza è fissata il 21 dicembre prossimo. C'è ancora tempo, quindi, per presentare l'istanza d'adesione.
Giusto per avere un'idea: 7.000 lire versate nel 1961, adesso potrebbero corrispondere ad 1.600.000 euro. Non tutti i richiedenti, però, potrebbero avere i requisiti in regola: molto dipenderà dalla data dell'ultima operazione, dalla regolarità della denuncia di successione e da altri fattori. «Ogni situazione è diversa - spiega l'avvocato Angelozzi - per questo è sempre bene farsi assistere da professionisti esperti della materia, anche presso il proprio comune di residenza».
Una trentina, fino ad oggi, i casi accertati solo a Palermo, ma almeno altrettanti sono in via di valutazione. Una donna di 70 anni, ad esempio, possiede un libretto, regalatole dal padre nel '52, contenente 3.424 lire. Poi c'è pure Ignazio Pedone, il cui maestro, nel 1961, per insegnargli il concetto del risparmio, gli fece aprire un libretto con 500 lire. Ancora, Santi Zappalà, da Patti, che vinse alla scuola media, nel '57, un libretto con dentro 2.000 lire, messo in palio per il più bravo in latino e matematica. C'è chi, invece, come Anna Ferlazzo, lo ha avuto in eredità dal padre, emigrato in Nigeria e Zaire per costruire strade, nel 1978. Chi lo ha ricevuto in regalo alla nascita, come Giuseppe Rinella, al cui padre, l'allora Banco di Sicilia, nel '47, diede un libretto da 2.000 lire come omaggio per il nuovo nato. Chi ne ha ritrovati ben 5: sono Rosa Zuccalà e Vincenza Filippone. Ma la lista non finisce qui: a farsi avanti anche Domenico La Barbera, Cesare Giambanco, Ugo Troia, Daniele Calafato, Floriana Valenti, Maria Rita Schillaci, Orazio Giordano, Francesco Aprile, Giuseppe Riccobono, Laura Marino e altri che hanno preferito l'anonimato.

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