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Concessi i domiciliari a Massimo Ciancimino

Il figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo lascia il carcere per "affievolimento delle esigenze cautelari". Era stato arrestato in aprile per calunnia, aggravata poi da detenzione di esplosivo

PALERMO. Lascia il carcere Massimo Ciancimino a cui il gip di Palermo Fernando Sestito ha concesso gli arresti domiciliari. Nel provvedimento, che ha accolto le istanze dei legali del figlio dell'ex sindaco, Francesca Russo e Roberto D'Agostino, si parla di "affievolimento delle esigenze cautelari". Ciancimino, arrestato ad aprile per calunnia, ha avuto poi una seconda misura cautelare per detenzione di esplosivo. L'ordinanza relativa alla calunnia gli era stata revocata ieri. Oggi la decisione sul secondo provvedimento restrittivo relativo all'inchiesta nata dal ritrovamento di alcuni candelotti di dinamite nella casa del testimone della trattativa tra Stato e mafia.
Ad entrambe le istanze di scarcerazione presentate dai difensori di Ciancimino, si è opposta la Procura di Palermo, che ha ritenuto che il figlio dell'ex sindaco, da libero, potesse inquinare le prove, essendoci ancora indagini in corso sia nell'ambito procedimento sulla calunnia dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, che sulla detenzione dell'esplosivo. Ma per il gip, anche in conseguenza del tempo trascorso dall'arresto - che avvenne il 22 aprile scorso - i domiciliari sarebbero sufficienti a far fronte alle esigenze cautelari che si sarebbero, nel frattempo, affievolite.
Nelle scorse settimane Ciancimino, nella cui abitazione dopo il fermo vennero trovati 17 candelotti di dinamite, parte di un pacco più grosso consegnatogli a Bologna da uno sconosciuto che a suo dire voleva minacciarlo, è stato messo a confronto con Giuseppe Avara, l'amico al quale avrebbe affidato il resto dell'esplosivo perché se ne disfacesse.  Durante il faccia a faccia il figlio dell'ex sindaco ha ribadito di avere saputo da Avara - anche lui indagato - che la dinamite era stata eliminata e gettata in mare, mentre l'amico ha sostenuto di avere buttato i candelotti che gli erano stati consegnati in un cassonetto, cambiando poi versione sulla collocazione del raccoglitore di rifiuti scelto per disfarsi del pacco. Evidentemente il gip ha creduto alla versione di Ciancimino e la circostanza ha inciso sulla scelta della modifica della misura cautelare.

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