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Lo Stato ha fatto il suo dovere, ora i cittadini denuncino

Francesco Messineo, procuratore capo di Palermo, intervistato a “Ditelo a Rgs” estate da Giovanni Pepi, fa il punto sulle estorsioni a Palermo. “Siamo fiduciosi, il clima è positivo ma non dobbiamo abbassare la guardia”. Ecco il testo dell’intervista

PALERMO. Oggi abbiamo gli arresti di Caccamo, ieri una sentenza importante ha condannato diversi mafiosi, nei giorni scorsi una vittima ha indicato in diretta il suo estorsore. Siamo in una fase positiva.
"La coincidenza di queste tre notizie, induce di certo ad un clima positivo. La lotta al racket non si ferma, con massimo impegno. Continuano le collaborazioni di imprenditori, e sono anche in un certo aumento. Quindi un cauto ottimismo è possibile".


Aumentano le denunce ma anche le estorsioni.
"In realtà aumenta la conoscenza del fenomeno. Quello del pizzo è un numero oscuro, di certo c’è più di quello che emerge dale cronache giudiziarie. Ora però le denunce spontanee aumentano".

Cosa si può fare per dare ulteriore impulse alle denunce?
"Difficile rispondere. Solo un cambio decisivo di mentalità, una abitudine a reagire, può far cambiare le cose. Lo Stato ha fatto e fa tutto il possibile, adesso è un problema di fiducia da parte degli imprenditori. Non vedo altra possibilità che cercare di diffondere questo clima di fiducia".

Oltre allo Stato, chi può fare qualcosa per aumentare il numero delle segnalazioni alle forze dell’ordine?

"In primo luogo le associazioni dei produttori, che fanno già tanto. Ma anche qui dovrebbe aumentare questo tipo di rapporto. Il problema è che l’imprenditore solo difficilmente denuncerà. È un processo lento, stiamo risalendo la china di decine di anni di soggezione".

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