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Mafia ed estorsioni, dieci condanne a Palermo

Complessivamente pene per oltre un secolo di carcere. La più alta, 22 anni, é stata inflitta a Gioacchino Corso, capo della cosca di Santa Maria di Gesù

PALERMO. Il gup di Palermo Lorenzo Iannelli ha condannato complessivamente a oltre un secolo di carcere dieci tra boss ed estortori palermitani. Due gli assolti: Mario Taormina e Gregorio Di Giovanni che sono stati scarcerati. Il processo si è svolto in abbreviato.
La pena più alta, 22 anni, é stata inflitta a Gioacchino Corso, capo della cosca di Santa Maria di Gesù, 20 anni la condanna comminata a Giuseppe Lo Bocchiaro; 12 a Giampaolo Corso, Francesco Guercio e Giovanni Lo Verde. A 8 anni e 8 mesi sono stati condannati invece Girolamo Rao, Ignazio Traina, Massimo Mancino e Giovanni Burgarello, mentre a 4 anni e 6 mesi Salvatore Luisi. Il processo nasce da un'indagine congiunta di polizia e Fbi che portò alla scoperta dei nuovi vertici delle cosche palermitane e dei traffici della mafia siciliana con quella statunitense.  
Il gup ha inoltre riconosciuto diecimila euro di provvisionale immediatamente esecutiva a ciascuna delle parti civili del processo. Si tratta di Confcommercio, Confindustria, la Provincia di Palermo e cinque associazioni antiracket: Addiopizzo, Sos impresa, Solidaria, Coordinamento delle vittime del racket e Libero Futuro.

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