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Iblis, le tappe dell'inchiesta

CATANIA. Il blitz Iblis (il nome del Diavolo in arabo) scattò nella notte tra il 2 e il 3 novembre del 2010. Tra gli indagati per concorso esterno all'associazione mafiosa per ci sono anche il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa.
L'avviso di conclusione indagine da parte della Dda della Procura di Catania è stato emesso il 9 aprile scorso. Secondo l'accusa, Raffaele Lombardo, attraverso altre persone tra le quali suo fratello Angelo, avrebbe "sollecitato Cosa nostra catanese a reperire voti per loro, e per i partiti in cui militavano durante competizioni elettorali ingenerando nella mafia la convinzione che loro fossero a disposizione per assecondare le esigenze della cosca Santapaola nel controllo di appalti, attività economiche, concessioni e servizi pubblici".
Nel maggio scorso i quattro sostituti procuratori titolari dell'inchiesta, Giuseppe Gennaro, Agata Santonocito, Antonino Fanara, e Iole Boscarino, hanno depositato nella segreteria del procuratore capo facenti funzioni, Michelangelo Patané, la richiesta di rinvio a giudizio di tutti gli indagati. Ma il procuratore Michelangelo Patané e il coordinatore del gruppo, il procuratore aggiunto Carmelo Zuccaro hanno deciso di stralciare la posizione dei fratelli Lombardo e di Ferdinando Bonanno e di chiedere il rinvio a giudizio di altri 53 persone.
Tra gli indagati ci sono anche il deputato regionale del Pid ed ex sindaco di Palagonia, Fausto Fagone, che si è dimesso nelle scorse settimane dall'incarico; il consigliere della Provincia di Catania dell'Udc, ma prossimo a passare al Pid, Antonino Sangiorgi; l'ex assessore del Comune di Ramacca, Giuseppe Tomasello; il consigliere dello stesso Ente, Francesco Ilardi e il deputato regionale ex Pdl Sicilia e adesso Gruppo misto, Giovanni Cristaudo.

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