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Agrigento, donna carbonizzata in auto: non fu incidente ma omicidio

In base alla perizia legale, Antonella Alfano, morta a febbraio in circostanze misteriose, sarebbe stata uccisa e il rogo non sarebbe stato “accidentale”. Il fidanzato, carabiniere, era indagato per omissione di soccorso

AGRIGENTO. Antonella Alfano, la commessa di 34 anni morta il 5 febbraio scorso ad Agrigento in circostanze misteriose, non sarebbe deceduta in un incidente stradale, ma sarebbe stata assassinata. È l'ipotesi, da tempo al vaglio della Procura della Repubblica di Agrigento, che sarebbe adesso confermata da una perizia medico legale.
Gli accertamenti erano stati disposti perché era apparsa subito agli investigatori un'evidente anomalia nel decesso: la donna aveva una castagna in bocca, non masticata, che, secondo l'accusa, sarebbe servita a giustificare l'assenza di fuliggine e fumo nei suoi polmoni dopo l'incidente stradale e l'incendio che ne è scaturito e che ha carbonizzato il corpo della commessa.
Adesso, come riporta il Corriere della Sera, la perizia è stata depositata e i magistrati starebbero valutando la posizione del fidanzato della vittima: un carabiniere di 34 anni, Salvatore Rotolo. L'uomo, che da Antonella Alfano aveva avuto un figlio, era stato subito notato da alcuni testimoni sul luogo dell'incidente e per questo era stato indagato per omissione di soccorso. La perizia, scrive il quotidiano, ha accertato che il rogo dell'auto è stato “provocato” e “non è stato accidentale” perché “la donna era già cadavere quando è stata avvolta dalle fiamme”. Una ricostruzione che porta la Procura di Agrigento a modificare il tipo di reato ipotizzato da omissione di soccorso in omicidio volontario.

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