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Mineo, nuove accuse da un testimone

Si aggrava la posizione del deputato regionale di Forza del Sud, indagato per intestazione fittizia di beni e peculato. Un nuovo testimone ha tirato in ballo il parlamentare

PALERMO. Si aggrava la posizione del deputato regionale di Forza del Sud Franco Mineo, indagato per intestazione fittizia di beni e peculato. Oggi il gup, Marina Petruzzella, avrebbe dovuto decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura a suo carico, ma il pm Piero Padova ha depositato il verbale di interrogatorio di uno dei coindagati nell'inchiesta, Settimo Trapani, titolare della onlus Caput Mundi, che tira in ballo il parlamentare.  


Trapani, che secondo gli inquirenti avrebbe illegittimamente usato per la campagna elettorale di Mineo fondi della associazione, è andato spontaneamente in Procura e ha raccontato ai magistrati di essere stato vittima delle manovre del deputato che l'avrebbe indotto a distrarre il denaro. Il testimone avrebbe girato a se stesso assegni per prelevare contanti della onlus che in parte sarebbero stati impiegati per l'ordinaria amministrazione della Caput Mundi, in parte sarebbero stati dati a un'altra associazione, la Seneca, che avrebbe fatto capo a Mineo. 


Trapani ha inoltre raccontato che il deputato gli chiese di impiegare il denaro della onlus per la campagna elettorale di Gianfranco Micciché, nel 2006 candidato alle regionali per Forza Italia. Il testimone, però, si sarebbe rifiutato di assecondare Mineo e, dopo lo scarso risultato elettorale riportato da Micciché nel quartiere Arenella, sede della Caput Mundi, i rapporti con Mineo si sarebbero incrinati.    Le nuove accuse saranno valutate da gup. Il processo è stato rinviato al 20 giugno.    A carico del deputato anche l'accusa di intestazione fittizia di beni: secondo gli inquirenti, sarebbe un prestanome di Angelo Galatolo, esponente dell'omonima famiglia mafiosa dell'Acquasanta, anche lui imputato davanti al gup.   L'indagine, coordinata dal pm della Dda Piero Padova, nasce da una perquisizione fatta nello studio di un commercialista della famiglia Galatolo. Gli inquirenti trovarono un passaggio di proprietà che provava la compravendita di alcuni immobili in cui, sotto al nome dell' acquirente, c'era scritto: "Compra Angelo G.".    Le visure catastali hanno dimostrato che i locali erano di proprietà di Mineo, una circostanza che ha convinto la Dia che il parlamentare aveva in realtà acquistato per conto di Galatolo.

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