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Palermo, Comune: immobili in vendita per pagare i debiti

È l'idea venuta alla giunta di palazzo delle Aquile che ha varato un piano di dismissione del patrimonio immobiliare in grado di fruttare alle casse del Comune, stando alle previsioni fatte, poco più di 8 milioni e 260 mila euro

PALERMO. Immobili in vendita per pagare una parte dei debiti fuori bilancio. Seppur piccolissima. È l'idea venuta alla giunta di palazzo delle Aquile che ha varato un piano di dismissione del patrimonio immobiliare in grado di fruttare alle casse del Comune, stando alle previsioni fatte, poco più di 8 milioni e 260 mila euro.



Soldi, questi, che dovrebbero servire a coprire una piccola parte dei debiti fuori bilancio accumulati dall'amministrazione e che, a oggi, corrispondono a un totale di circa ventitré milioni di euro. Il piano della giunta, che sarà presentato al consiglio comunale come allegato al bilancio di previsione dell'esercizio 2011 e di quello pluriennale 2011/2013, prevede la messa in vendita di due diversi lotti di case, tutte situate nella zona del centro cittadino: da via Quintino Sella a via Maqueda, passando anche per via Venezia e via Papireto.
Il lotto più grande, dal valore di quasi sette milioni e mezzo di euro, riguarda gli «immobili appartenenti al patrimonio disponibile comunale»; l'altro, invece, pari a circa 776 mila euro, comprende immobili «provenienti dall'estinzione di opere pie», come nel caso di Palazzo Sammartino.



In tutto, se la delibera di giunta dovesse essere resa esecutiva in sede di consiglio comunale, Palazzo delle Aquile metterà in vendita un totale di quasi cinquanta immobili, tutti residenziali tranne uno, il cui valore oscilla da un minimo di sedicimila euro fino a un massimo di due milioni euro, prezzo proprio di palazzo Sammartino.
Secondo i calcoli fatti, l'amministrazione dovrebbe incassare circa due milioni e mezzo di euro nel 2012 e la restante parte, pari a quasi sei milioni di euro, l'anno successivo.
Nel piano varato dalla giunta comunale, inoltre, viene specificato che «saranno posti a carico dell'aggiudicatario» gli «eventuali oneri di manutenzione straordinaria» il cui pagamento spetterebbe all'amministrazione.

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