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Abuso d'ufficio, Cammarata rinviato a giudizio

Il processo, previsto per il 30 ottobre 2011, riguarda l'impiego del dipendente della Gesip, Franco Alioto, come skipper della barca privata del sindaco di Palermo

PALERMO. Sulla carta era impiegato alla Gesip, la società comunale servita a stabilizzare circa 2 mila persone (ex coop sociali, ex detenuti, disoccupati cronici), che costa 60 milioni di euro l'anno e che si occupa di pulizia e manutenzione in città. Di fatto faceva lo skipper sulla barca del sindaco di Palermo. Storie di assenteismo e abusi d'ufficio costati a Franco Alioto, il marinaio, e al primo cittadino Diego Cammarata, l'armatore della barca, un rinvio a giudizio deciso oggi dal gup dopo un'udienza preliminare rinviata per mesi per motivi procedurali.  


E' andata peggio, invece, almeno per ora, all'ex direttore generale della azienda, Giacomo Palazzolo, che ha scelto l'abbreviato ed è stato condannato a due anni di carcere per truffa e abuso d'ufficio e un risarcimento doppio: 22mila euro alla Gesip e 30 mila al Comune a cui sono stati riconosciuti solo i danni morali. Una condanna esemplare comminata mentre Palazzolo, che si dice umiliato da una sentenza che lo punisce in quanto capro espiatorio, continua a fare il dirigente della Gesip. Unico prosciolto è il quarto protagonista della storia: Felice Lombardi, ex amministratore delegato della società per cui il gup ha disposto l'assoluzione "perché il fatto non sussiste".   A dare il via all'inchiesta sono stati i servizi di una giornalista di "Striscia la notizia", Stefania Petyx, che ha beccato l'assenteista mentre si occupava della pulizia e del noleggio dell'imbarcazione del sindaco. I filmati della trasmissione, acquisiti agli atti dell'indagine condotta dal pm Laura Vaccaro, mostravano Alioto intento ad avanzare richieste per il noleggio del grosso natante, anche 1500 euro al giorno in alta stagione rigorosamente in nero, nell'orario in cui risultava al lavoro: da qui le accuse di truffa contestate a Palazzolo e Lombardi. per l'accusa avrebbero chiuso un occhio sapendo quale fosse la vera occupazione dell'operaio.  


"Andavo sulla barca solo quando finivo di lavorare o con permessi. Non sono un assenteista", si è difeso lo skipper sospeso dalla Gesip per tre giorni nelle more della sentenza.   "Dimostrerò la mia innocenza", ha replicato a caldo Cammarata che veste i panni dell'imputato, per altri reati, in tre diversi processi. "Non  ho mai in alcun modo contribuito a distrarre Alioto dalle sue attività lavorative in Gesip per fini personali.- ha spiegato - Le assenze che gli vengono contestate, nulla hanno a che vedere con le prestazioni occasionali richieste nella barca che appartiene alla mia famiglia, prestazioni che gli sono state, peraltro, sempre pagate regolarmente".      Assenze, spostamenti e controlli che riguardano i dipendenti Gesip - ha osservato il sindaco - non rientrano ovviamente nella mia responsabilità e mai  ho usato la mia autorità o il mio ufficio per interferire nelle decisioni del management dell'azienda".  "Questa sentenza mi umilia come
cittadino e come dipendente. La vicenda ha avuto una eco per cui un colpevole andava trovato a ogni costo: e io sono diventato quel colpevole". Così Giacomo Palazzolo, l'ex direttore generale di Gesip  condannato a 2 anni per truffa e abuso d'ufficio, ha
commentato il verdetto emesso oggi dal gup di Palermo.


Insorge invece l'opposizione divisa tra la richiesta di dimissioni del sindaco, avanzata dal deputato del Pd Alessandra Siragusa e da Idv, e la proposta di dimissioni in massa del capogruppo del Pd Davide Faraone che auspica che la città così "finalmente cambi pagina" 

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