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Processo Mori, Brusca e Siino domani in aula

PALERMO. La trattativa tra Stato e mafia e i referenti politici e istituzionali che sarebbero venuti a patti con Cosa nostra negli anni delle stragi torneranno domani alla ribalta del processo al generale dei carabinieri Mario Mori, imputato di favoreggiamento aggravato. Due pentiti, Giovanni Brusca, tra i primi a parlare del cosiddetto papello, l'elenco con le richieste di Totò Riina allo Stato, e Angelo Siino, l'uomo che per anni ha gestito il business degli appalti pubblici per conto dei corleonesi, saliranno sul banco dei testi, citati dalla Procura di Palermo. Il tribunale li ascolterà in trasferta nel carcere romano di Rebibbia. Per primo verrà sentito Brusca, ex boss di San Giuseppe Jato protagonista di inedite rivelazioni dopo essere stato coinvolto, mesi fa, in un'indagine su intestazioni fittizie di beni. Il capomafia sarà chiamato a spiegare chi era il "terminale politico" delle richieste allo Stato sintetizzate nel papello. A sorpresa, smentendo quanto detto in passato, Brusca ha ammesso di avere saputo da Riina il nome del referente politico dei corleonesi tirando in ballo l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino. Sempre ricordando cose mai dette finora il boia di San Giuseppe Jato ha sostenuto, e anche su questo verrà ascoltato domani, di avere appreso da Riina, dopo l'omicidio di Salvo Lima, che Vito Ciancimino e Marcello Dell'Utri erano i nuovi referenti politici dei mafiosi". Infine, Brusca dovrà precisare quello che ha già raccontato ai pm di Palermo a proposito degli ultimi sviluppi della trattativa: dopo l'arresto di Riina, secondo il pentito, il boss Luca Bagarella avrebbe cercato di fare arrivare a Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi, attraverso Vittorio Mangano, le nuove richieste dei clan allo Stato. Siino, invece, verrà sentito sui colloqui investigativi avuti tra il 1993 e il 1994 con Mori e con l'allora capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno in merito alle ricerche di Brusca e Provenzano, all'epoca latitanti. L'ex ministro dei lavori pubblici di Riina, inoltre, parlerà del ruolo di Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso Vito, come 'postino' delle comunicazioni tra Provenzano e il padre.

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