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Sbarchi senza fine: migranti pure a Licata

A Lampedusa ci sono 1.775 africani, tra cui 117 donne e 98 minori. Almeno 1.200 partiranno verso Cagliari, Napoli e Genova

LAMPEDUSA. Oltre 1.700 in 24 ore, duecento dei quali arrivati dalla Tunisia: segno che nonostante l'accordo sui rimpatri, dalle spiagge di Zarzis e Sfax si continua a partire. Lampedusa è di nuovo piena di migranti e poco importa che nelle prossime ore la maggior parte sarà portata via con le navi e trasferita nelle strutture di accoglienza predisposte nelle regioni: se il flusso non si ferma, la stagione estiva sull'isola salta. E questo è un problema non solo per gli isolani ma anche per il governo.    
Dopo l'ondata di arrivi di ieri, comunque, oggi è andata meglio. Nella notte sono entrati in porto scortati dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza due barconi, uno con 218 tunisini e uno con 199 subsahariani, ma per il resto della giornata all'orizzonte non si sono profilate imbarcazioni. Altri 213 profughi sono approdati invece a Licata, dopo aver probailmente sbagliato la rotta per Lampedusa. Complessivamente sull'isola ci sono dunque 1.775 persone, tra cui 117 donne e 98 minori. Oltre 1.300 sono ospitate nel Centro di accoglienza, che ne può contenere 850, il resto sono nella base Loran. Almeno 1.200 partiranno con la nave Excelsior che in serata è attraccata a Cala Pisana: verranno sbarcati in tre tappe - Cagliari, Napoli e Genova - e successivamente smistati nelle strutture messe a disposizione dalle regioni.   
Per ora il meccanismo funziona: nonostante i mugugni, soprattutto di qualche amministrazione al nord, le Regioni stanno accogliendo i profughi secondo il piano messo a punto dal commissario straordinario e capo della Protezione Civile Franco Gabrielli e dunque i migranti in 48-72 ore vengono portati via da Lampedusa, impedendo così che si crei quell'emergenza che tra la metà di marzo e l'inizio di aprile ha trasformato l'isola in una prigione a cielo aperto per migliaia di esseri umani. Ma quando durerà la 'pazienza' delle Regioni, visto che gli sbarchi non sembrano fermarsi? Al momento sono 4.150 le persone ospitate nelle strutture (3.456 sono profughi dalla Libia e 649 i tunisini che hanno ricevuto il permesso di soggiorno temporaneo grazie all'articolo 20), dunque meno di un decimo di quanto previsto, come cifra minima, dal ministro dell'Interno Roberto Maroni, che in più occasioni ha ripetuto che si attendono almeno 50mila profughi. Come reagiranno le amministrazioni quando i numeri diventeranno più importanti, cosa sulla quale nessuna istituzione presente a Lampedusa dubita, non è chiaro.    
Ed è proprio la continuità con cui gli sbarchi si susseguono, a preoccupare di più chi è impegnato a gestire quest'emergenza che va avanti ormai da tre mesi. Perché se è vero che dopo l'accordo siglato da Maroni con le autorità tunisine i flussi si sono ridotti, è altrettanto vero che non si sono mai arrestati. Sono semplicemente diminuiti quelli che arrivano dalla Tunisia e sono aumentati quelli che partono dalla Libia. E' cambiata anche la tempistica degli sbarchi: tra marzo e aprile sono stati quasi quotidiani, se si escludono le giornate in cui le condizioni del mare non consentivano alle carrette di salpare. Nelle ultime settimane, invece, si stanno registrando giornate come quella di ieri, in cui sono arrivati oltre mille profughi, seguite da due-tre giorni di tregua. L'unica cosa che non è mai cambiata da febbraio ad oggi è che dall'Africa continuano ad arrivare.

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