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Il boss Graviano: "Sulla politica non rispondo" Il fratello: "Mai contatti con Dell'Utri"

I due sono stati ascoltati dalla corte d'assise di Firenze che sta ricostruendo la stagione delle stragi del 1993

FIRENZE. Uno ha risposto alle domande ma non a quelle sulla politica; l'altro ha negato ogni contatto con Marcello Dell'Utri e di aver fatto 'favori' a Forza Italia. Dopo Gaspare Spatuzza e Giovanni Brusca, stamani in aula bunker a Firenze sono stati ascoltati il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano e il fratello Filippo. La corte d'assise fiorentina sta ricostruendo la stagione delle stragi del 1993 per il processo che vede imputato il boss Francesco Tagliavia.     
Giuseppe Graviano, in collegamento video dal carcere milanese di Opera, è stato il primo a rispondere alle domande del presidente della corte Nicola Pisano. Ha taciuto solo su quelle specifiche su Dell'Utri e la Fininvest. "Ho dei processi in corso, sulla politica mi avvalgo della facoltà di non rispondere", ha spiegato. Ma poi ha smentito il racconto di Spatuzza sull'incontro, nel 1994, al bar Doney di Roma, quando Graviano gli avrebbe confidato che Berlusconi e dell'Utri gli "avevano messo praticamente il Paese nelle mani". Non solo: "Io con Spatuzza ho avuto un confronto l'8 marzo a Roma - ha aggiunto - e in quell'occasione ha detto cose diverse, si è pentito lui stesso".    
Giuseppe Graviano ha negato di aver frequentato i capi di Cosa nostra, Totò Riina e Matteo Messina Denaro, ma quando gli é stato chiesto delle sentenze che lo riguardano, come quelle in cui viene indicato come capo mandamento di Brancaccio e l'ergastolo per le stragi del 1993, è stato meno deciso: "Rispetto le sentenze definitive, finché non avrò la documentazione che dimostra diversamente, che dimostrerà qual é la realtà, non posso rispondere. Ci sono processi in corso".    
Non troppo diverso il tenore delle risposte di Filippo Graviano, interrogato dopo il fratello. Lui era in collegamento dal carcere di Parma. Ha detto che "nei discorsi di Spatuzza c'é una marea di contraddizioni" e ha raccontato un confronto davanti ai pm di Firenze, il 20 agosto 2009: "Chiesi a Spatuzza se gli avessi mai ordinato stragi o omicidi. E lui rispose no". Filippo Graviano ha aggiunto che la sua "intenzione è non ripetere gli errori" trascorsi "e vivere nella legalità. E' un percorso interno, una revisione critica del passato - ha spiegato - ma non ho alcun interesse a cercare agevolazioni da parte dello Stato. Se Spatuzza cercava vantaggi è un'altra cosa. Io non ho mai cercato i magistrati". Poi una serie di smentite alle dichiarazioni di Spatuzza: mai ha avuto contatti con Dell'Utri e mai ha dato indicazioni per far votare Forza Italia: "Basterebbe confrontare le date per escluderlo - ha spiegato - Sono stato arrestato il 27 gennaio del 1994 e mancavo da anni da Palermo. Ero lontanissimo dalla realtà di Palermo. Non ho mai avuto interessi nella politica, ma solo di accumulare denaro e sperperarlo".    
Amareggiati i familiari delle vittime della strage dei Georgofili: "Giuseppe Graviano ha lanciato messaggi mafiosi? Non c'é dato interpretarli. L'interpretazione la daranno i 'mandanti esterni a cosa nostra' per le stragi del 1993, che prenderanno provvedimenti".

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