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Operazione Perseo, tre condanne e un'assoluzione

Il processo, incentrato sulla cosca mafiosa di Belmonte, si è concluso con pene più pesanti rispetto a quelle chieste dall'accusa. Quasi 40 anni di carcere per Alessandro Capizzi, Giusto Arnone e Giuseppe Ciancimino

PALERMO. Un'assoluzione e tre condanne, per un totale di quasi 40 anni di carcere. Così si è concluso il processo, nato dall'operazione “Perseo”, incentrato sulla cosca mafiosa di Belmonte Mezzagno che vedeva imputati Alessandro Capizzi, che ha avuto 12 anni; Giusto Arnone, 12 e 6 mesi; Giuseppe Ciancimino, 13 anni.
L'unico prosciolto è Giuseppe La Rosa. Nel corso del processo, celebrato in diversi tronconi per esigenze di velocità, a seguito delle dichiarazioni del pentito Onofrio Prestigiacomo, i pm Caterina Malagoli e Marzia Sabella avevano chiesto 10 anni a testa per i tre condannati. Ma le condanne inflitte dai giudici di Termini Imerese sono state ancora più pesanti.
L'operazione Perseo risale al 2008 e nasce dall'azione preventiva dei carabinieri del Comando provinciale contro i progetti di riorganizzazione delle nuove cosche di Cosa nostra. Grazie a una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali venne ricostruito l'organigramma dei vecchi e nuovi capi mafiosi e scattò il fermo di un centinaio di persone. Dopo il pentimento di Prestigiacomo, venne ascoltato un funzionario dei Monopoli di Stato per verificare eventuali collegamenti informatici tra i videopoker e l'Agenzia delle entrate. Tra gli accusati c'era Alessandro Capizzi. Un ulteriore riscontro per le indagini, poi, era arrivato dal pentito Giacomo Greco che aveva parlato del pizzo imposto a commercianti e imprenditori, e che aveva fatto il nome di Giuseppe Ciancimino.  

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