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Wojtyla, la grande attesa

Migliaia di fedeli venuti da ogni parte del mondo a hanno trascorso la notte nelle piazze di Roma

ROMA. E' trascorsa nelle piazze e nelle chiese, tra canti, danze, momenti di riflessione e qualche ora di sonno all'addiaccio, la notte bianca di preghiera delle centinaia di migliaia di pellegrini che dalla scorsa notte hanno invaso il centro Roma, in attesa della cerimonia di beatificazione di Karol Wojtyla questa mattina in Vaticano.  Dalle 22,30 di ieri sera, quando è terminata la veglia di preghiera al Circo Massimo, il popolo di Wojtyla si è riversato nelle strade del centro diretto a San Pietro, facendo tappa, di volta in volta, in una delle otto chiese rimaste aperte tutta la notte. Tra le più ricercate, quella di San Filippo Neri, gremita all'inverosimile tra l'una e le cinque. Mentre sul sagrato giovani di diverse nazionalità danzavano e cantavano, all'interno del tempio in tantissimi hanno provato a dormire stesi l'uno addosso all'altro lungo le navate, mentre altri ascoltavano, seduti tra le panche o accovacciati sul pavimento, un sacerdote raccontare aneddoti su Giovanni Paolo II. Molti si sono confessati, non soltanto nei confessionali.    
Altri gruppi di pellegrini hanno seguito percorsi diversi, e sono stati anche a Campo dé Fiori, mischiandosi tra la movida del sabato sera romano. Intanto Ponte Vittorio Emanuele II diventava un bivacco a cielo aperto con altre centinaia di pellegrini accampati in tende, sacchi a pelo e coperte termiche per trascorrere la notte, in attesa che venissero aperti i varchi per via della Conciliazione. Sul ponte una giovane francese di 22 anni, Philippine, e due suoi coetanei e connazionali, Frank e Louis, tutti e tre provenienti da Tolosa, hanno anche improvvisato una corsa nei sacchi a pelo, attirando l'attenzione e qualche mugugno da parte dei tanti che invece cercano di riposare un po'. I primi varchi per l'accesso alla suggestiva strada che porta a San Pietro sono stati aperti intorno alle due, anticipando, per motivi di ordine pubblico, di alcune ore l'orario previsto. A quell'ora erano già tantissimi i pellegrini che premevano per entrare. Largo Giovanni XXIII, in particolare, era stracolmo.  
Uno dei primi fedeli a superare i varchi esterni è stata la suora indiana Lourdes Marie, dell'ordine delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, dette Guanelliane. Dopo quasi una corsa lungo via della Conciliazione, suor Lourdes ha poi atteso che intorno alle cinque e mezza, come poi è avvenuto, venisse aperto anche l'ultimo varco, quello per piazza San Pietro.  "Mi sono spaventata! Vedere così tanta gente... Speriamo che vada tutto bene. Adesso però sono molto contenta" ha detto la suora, raccontando la spinta subita dalla folla di fedeli all'apertura dei varchi. Giunta sul limitare della piazza, Suor Lourdes si è riposata appoggiandosi all'ultima transenna, davanti allo spettacolo della Basilica di San Pietro illuminata. Insieme a lei, in prima fila, altre suore del suo ordine, qualche italiano e tanti, tanti polacchi.
Tra i tanti giovani che hanno trascorso la scorsa notte tra le strade e le piazze del centro Roma, tra il Circo Massimo e San Pietro, c'erano Simona e Franco, 22 e 23 anni, giunti in treno da Pistoia. Dopo la cerimonia di beatificazione di Wojtyla, nel pomeriggio andranno al Concertone dei sindacati per la festa del Lavoro del Primo Maggio, in piazza San Giovanni. "Non ero d'accordo con la mia fidanzata - dice Franco -. Sono convinto che torneremo a Pistoia distrutti. Spero ne valga la pena. Intanto però la veglia al Circo Massimo è stata molto suggestiva".

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