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Un fermo per la strage di via D'Amelio

Si tratta di Fabio Tranchina, un mafioso palermitano già arrestato in passato, ma mai coinvolto nell'attentato in cui fu ucciso Paolo Borsellino

PALERMO. Un fedelissimo dei boss Graviano è stato fermato a Palermo dagli uomini della Direzione investigativa antimafia perché accusato di concorso nella strage di via D'Amelio.
Si tratta - secondo quanto riporta il sito del settimanale l'Espresso - di Fabio Tranchina, un mafioso palermitano già arrestato in passato. Il provvedimento di fermo è stato firmato dai pm di Caltanissetta Sergio Lari, Domenico Gozzo, Nicolò Marino e Gabriele Paci. Tranchina è anche il cognato di Cesare Lupo, ritenuto un fedelissimo del clan di Brancaccio.
I magistrati che si occupano dell'inchiesta sulla morte di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta hanno raccolto importanti elementi che riguarderebbero Tranchina, il quale fino adesso non sarebbe stato mai coinvolto nell'indagine. Dell'uomo fermato aveva parlato pochi mesi fa anche il pentito Gaspare Spatuzza.
Il provvedimento di fermo immediato è stato emesso dalla Procura di Caltanissetta per scongiurare il pericolo di fuga dell'indagato. Secondo i magistrati di Caltanissetta, Tranchina avrebbe compiuto un sopralluogo con i Graviano in via D'Amelio prima dell'attentato e avrebbe svolto successivamente un ruolo di collegamento tra i boss e il commando operativa.
Per gli inquirenti Tranchina avrebbe anche acquistato due telecomandi, in tempi diversi, nello stesso negozio di elettronica di Palermo. I magistrati sospettano, anche se al momento non esistono prove certe, che uno sia stato impiegato nella strage di via D'Amelio.

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