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Cassazione: Cuffaro incontrò Siino con Saverio Romano

ROMA. Tra gli episodi che, ad avviso della Cassazione, sono stati considerati in maniera "corretta ed immune da vizi logico-giuridici nel verdetto emesso dalla Corte d'appello di Palermo a carico di Totò Cuffaro per quanto riguarda le sue frequentazioni con appartenenti a Cosa Nostra, é ricordato anche l'incontro tra lo stesso Cuffaro, accompagnato da Saverio Romano (attuale ministro per le politiche agricole), e Angelo Siino, soprannominato il ministro dei Lavori pubblici di Cosa Nostra, per chiederne il sostegno in occasione delle elezioni regionali siciliane del 1991.
La Suprema corte ricorda che questa circostanza è testimoniata da Franco Bruno, ritenuto di "elevatissima attendibilità ", e ammessa dallo stesso Cuffaro che ha negato, però, di "essere consapevole della mafiosita del Siino". La Cassazione ricorda che Calogero Mannino, l'ex dc ministro dell'Agricoltura, leader di riferimento per Cuffaro, "aveva rimproverato aspramente il Cuffaro per essersi recato dall'associato mafioso Angelo Siino per chiedergli sostegno elettorale". Già prima di quell'incontro lo stesso Franco Bruno - ricorda la Cassazione - aveva "fortemente sconsigliato" Cuffaro di far visita a Siino spiegandogli "quale fosse il ruolo e la dimensione criminale di costui".
La Cassazione concorda con la corte di merito nel rilevare come questo episodio, insieme ad altri, fornisce la "prova di precise e specifiche condotte idonee a dimostrare che il Cuffaro in più occasioni ebbe modo di agevolare l'organizzazione mafiosa... intrattenendo con la stessa quei rapporti, in occasione di competizioni elettorali, ripetuti nel corso del 2001, in occasione della candidatura Miceli, seppur con attori differenti".

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