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Delitto Impastato, il fratello: "Ci fu depistaggio"

Giovanni, fratello di Peppino, assassinato dalla mafia 33 anni fa, è stato sentito questa mattina dal pm di Palermo, Francesco Del Bene. Si è presentato in procura spontaneamente

PALERMO. Giovanni Impastato, fratello del militante di Dp Peppino, assassinato dalla mafia 32 anni e 11 mesi fa, è stato sentito questa mattina dal pm di Palermo, Francesco Del Bene. Si è presentato spontaneamente in procura per denunciare un "depistaggio che fu orchestrato a partire dal 9 maggio 1978 da figure istituzionali con lo scopo di nascondere la vera matrice dell'uccisione di mio fratello", ha detto. Secondo la Procura, però, in questo momento non ci sono gli elementi per riaprire l'indagine.


Un nuovo impulso potrebbe, secondo Giovanni Impastato, venire dai documenti sequestrati dai carabinieri poco dopo l'omicidio.     "I carabinieri si presentarono nella nostra casa - ha raccontato - per perquisirla e sottrarre gli oggetti personali di Peppino (compresi libri, documenti) gettandoli alla rinfusa in grossi sacchi neri". Di questi documenti, libri e appunti non c'é più traccia. Non sono, infatti, presenti nel fascicolo dell'inchiesta e non sono nemmeno nel deposito corpi di reato. Per i pm l'unica possibilità è che siano ancora negli uffici dei carabinieri, che non li avrebbero restituiti alla famiglia dopo il dissequestro. Proprio per accertare questa evenienza, Del Bene inoltrerà una richiesta ai militari dell'Arma. "Vogliamo rientrare in possesso dei documenti appartenenti a Peppino - ha concluso Giovanni - sperando che siano ancora reperibili, per conservarli nella sede di Casa Memoria e renderli consultabili allo scopo di chiarire alcuni passaggi chiave dell'omicidio Impastato che ricalcano, in ogni caso, lo stesso copione utilizzato anche per nascondere le colpe dello Stato in seguito alle principali stragi avvenute nel nostro paese"

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