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Palermo, la procura chiede rinvio a giudizio per Mineo

Il deputato regionale è indagato per intestazione fittizia di beni e peculato. . Secondo gli inquirenti, l'esponente di Forza del Sud sarebbe un prestanome di Angelo Galatolo, esponente dell'omonima famiglia mafiosa dell' Acquasanta

PALERMO. La procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per il deputato regionale Franco Mineo (Forza del Sud), indagato per intestazione fittizia di beni e peculato. Secondo gli inquirenti, Mineo sarebbe un prestanome di Angelo Galatolo, esponente dell'omonima famiglia mafiosa dell' Acquasanta, a Palermo. L'indagine, condotta dalla Dia, è coordinata dal pm della Dda Piero Padova.   


L'inchiesta, cominciata nel 2006, nasce da una perquisizione fatta nello studio di un commercialista della famiglia Galatolo. Gli inquirenti trovarono un passaggio di proprietà che provava la compravendita di alcuni immobili in cui, sotto al nome dell' acquirente, c'era scritto: "Compra Angelo G.". Le visure catastali hanno dimostrato che i locali erano di proprietà di Mineo, una circostanza che ha convinto la Dia che il parlamentare aveva in realtà acquistato per conto di Galatolo. Nei giorni scorsi Mineo ha chiesto di essere risentito dalla Procura ma le giustificazioni che ha addotto per spiegare i fatti contestati non hanno convinto i pm che hanno chiesto il rinvio a giudizio.

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