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Lampedusa verso la normalità

Primo giorno di quiete sull'isola dopo ormai molti giorni. L'esodo è quasi concluso e le strade sono praticamente deserte

LAMPEDUSA. I segni della decomposta "fiera" sono un po' ovunque: nell'acqua turchese della baia, al porto vecchio, la prua di una barca si fa largo tra le bottiglie di plastica che galleggiano. E sul molo, "scelto" dai migranti come accampamento, tra le coperte abbandonate c'é anche una cartolina spiegazzata: "Saluti da Lampedusa", dall'isola che non c'é perché da tempo nessuno l'ha più pensata com'é oggi: deserta, silenziosa, annoiata. Gli immigrati hanno abbandonato questa "zattera" alla quale 23 mila persone si sono aggrappate dopo la fuga dalle coste del Nordafrica. Qui è svanita la folla vociante che ha animato l'isola per tre mesi, e la signora Lina sembra non crederci: rimane per qualche minuto con le borse della spesa in mano, davanti al supermercato, guardandosi attorno, come se la repentina normalità portasse con sé una quota di sgomento. "E' la sensazione che ho provato stamattina - dice Carmelo Gatani, che gestisce un bed and breakfast -. Lampedusa ha dato solidarietà a questa gente ed ha ricevuto come messaggio che i problemi di chi soffre sono anche nostri".    


Nel giorno in cui il presidente del consiglio Silvio Berlusconi è volato a Tunisi per incontrare il governo maghrebino, a Lampedusa l'esodo sta per concludersi: in meno di quarantott'ore ben quattromila persone sono state portate vie sulle navi da crociera che si danno il turno nella banchina di Cala Pisana, mentre un'imbarcazione, la "Flaminia" della compagnia Tirrenia, resta in rada pronta a salpare qualora nell'isola dovessero arrivare altri migranti.    Oggi non si è visto più nessuno dopo lo sbarco notturno di 210 stranieri e al molo Favaloro il rito dell'accoglienza è sospeso: niente poliziotti, niente medici e, soprattutto, niente facce stanche pigiate contro i vetri dei bus che caricavano i migranti.    


Roba da non crederci: il mare è piatto e con queste condizioni meteo gli arrivi sono sempre stati considerati un'ovvietà. Ieri, infatti, calato il vento, sono giunte a Lampedusa oltre 500 persone; 450 sono sulla nave "Catania", con destinazione incerta: Civitavecchia o Livorno. Nell'isola restano poco meno di 800 extracomunitari, compresi i circa 150 minori ospitati nella base Loran e nel Cpt. Ieri alcuni di loro avevano dato fuoco a un edificio della parrocchia in cui erano ospitati prima di essere trasferiti nel Cpt, "dove - dice Michele Prosperi, di 'Save the Children' - la situazione non è per nulla tranquilla" . Il mestiere di vivere ha precocemente insegnato a questi ragazzi cresciuti in fretta a darsi da fare, e ogni bus che arriva per prelevare i partenti è un coro che grida "libertà, libertà".


Forse domani alcuni andranno via, ma intanto dovranno trascorrere ancora una notte nel Cpt, dove stamane è stato rimandato indietro il senatore del Pd Furio Colombo, nonostante avesse annunciato già ieri la sua visita e sia stato accompagnato dai carabinieri. Un divieto che per il parlamentare ha il sapore di "un provvedimento ad personam", dice. Poco prima il deputato del Pdl Vincenzo Fontana aveva infatti visitato il centro senza incontrare ostacoli. Ma le polemiche non sembrano trovare più posto in quest'isola che tenta di tornare a una normalità che aveva quasi dimenticato. Nel primo giorno di quiete, al Royal le sedie sono ammucchiate sui tavoli all'aperto del bar: oggi è giornata di chiusura e di pulizie straordinarie. Ma ai dipendenti qualcosa manca, e non sono gli affari, ma le facce smarrite degli immigrati che avevano modificato al ribasso il listino prezzi: per loro il caffé costava meno, o non costava affatto. Il negozio accanto, una rivendita di tabacchi, ha adottato una politica opposta: è rimasto chiuso nel tempo della calca, limitandosi a rifornire il distributore automatico di sigarette, e aprendo la saracinesca solo oggi.   


E la chiesa di piazza Garibaldi ha invitato i fedeli ad aprirsi alla solidarietà - che non è certo mancata in questi giorni - verso i migranti, organizzando stasera una veglia di preghiera a cui partecipa il  vicario della diocesi di Agrigento Melchiorre Vutera.    Intanto, domani comincerà un'altra operazione di svuotamento che stavolta riguarda il porto: le barche saranno portate in secco e poi andranno in una mega discarica, già individuata. L'idea è quella di triturare il legno e spedirlo in un centro di raccolta: la mormalità ha bisogno di fare a pezzi anche i simboli.

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