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Lampedusa, ripartono i trasferimenti

Dopo un giorno di tensioni e tafferugli è prevista la partenza dall'isola di duemila stranieri. E domani Berlusconi vola in Tunisia

LAMPEDUSA. Nel giorno del rogo e delle tensioni, quando sembrava che la situazione a Lampedusa stesse per esplodere, è arrivata improvvisa la notizia che i trasferimenti sarebbero ripresi, dopo tre giorni di vento e di snervante attesa che avevano bloccato gli extracomunitari in un angolo del molo, al freddo e con le speranze di partire ridotte al lumicino. Già stamattina è arrivata la 'Excelsior'', della Grandi Navi Veloci, che dovrà caricare a bordo 1.600 migranti, la metà di quelli ancora presenti nell'isola. 
La svolta è arrivata nel pomeriggio, quando in una riunione dei corpi di polizia si è deciso che non era più il caso di aspettare la volontà di Eolo e cominciare i trasferimenti con l'unico mezzo che consentiva di farli anche in condizioni meteo avverse: la nave militare San Marco, in rada da giorni e pronta a caricare 500 dei quasi 4 mila stranieri presenti nell'isola. Ma a sera le tensioni sono riesplose:  quando i migranti, in fila per essere prelevati dai pullman, hanno capito che non tutti sarebbero partiti, è cominciato un lancio d'oggetti e sassi contro le forze dell'ordine schierate in tenuta anti-sommossa. E' durato poco, ma la giornata ha insegnato che gli umori al molo cambiano repentinamente.
Intanto, alle 19 la prima scialuppa è uscita dalla "pancia" del mezzo militare, dove è tornata con un carico di uomini prelevati al molo Favaloro. La San Marco farà rotta verso Napoli, dove i migranti saranno prelevati e condotti a Santa Maria Capua Vetere. Non è ancora la soluzione che libererà Lampedusa, ma oggi, quando le condizioni meteo miglioreranno, il ventre della "Superba", con ben altre capacità di carico, inghiottirà altri duemila stranieri. E altri ancora hanno trovato posto sui traghetti che da ieri sera sono arrivati a Lampedusa. Si dovrebbe così concludere l'esodo, come ha annunciato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che durante la sua visita di mercoledì nell'isola aveva previsto che l'operazione di svuotamento sarebbe avvenuta entro 48-60 ore, ma poi ci si è messo di mezzo il Maestrale. Il premier, che domani sarà a Tunisi, ha parlato di "intervento responsabile del governo", sottolineando l'atteggiamento comprensivo e civile dell'Italia.

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