Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Terrorismo, allerta ma nessuna minaccia

Lo avrebbe assicurato il direttore del Dis Gianni De Gennaro, ascoltato oggi in audizione per circa un'ora dal Copasir

ROMA. In Libia si continua a combattere. E i fronti sono due: da un lato le incursioni aeree delle forze armate della coalizione anti-Gheddafi, dall'altro gli scontri tra i miliziani del regime del dittatore libico e gli insorti.
Intanto, i servizi segreti sono allertati al massimo livello dall'inizio dell'intervento militare in Libia per prevenire possibili azioni terroristiche contro l'Italia, ma finora non sono arrivate segnalazioni attendibili su minacce specifiche. E' quanto avrebbe detto, secondo quanto si apprende, il direttore del Dis Gianni De Gennaro, ascoltato oggi in audizione per circa un'ora dal Copasir. Lo scambio di informazioni con l'intelligence degli altri paesi è stato intensificato, il Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa) - formato da 007 e forze di polizia - è riunito in permanenza al Viminale per valutare con attenzione possibili minacce alla sicurezza nazionale. Per ora, avrebbe comunicato De Gennaro, non ci sono stati segnali seri. Ma, naturalmente, la situazione è molto fluida e l'evoluzione dello scenario in Libia è seguito molto attentamente per i riflessi che può avere sull'Italia che, facendo parte della coalizione militare, è entrata nel campo dei nemici di Gheddafi. Gli sviluppi sono imprevedibili e potrebbero essere preoccupanti. Gli agenti segreti italiani avevano contatti consolidati con i loro colleghi libici, visti gli enormi interessi economici dell'Italia nel Paese nordafricano. L'intervento militare ha però cambiato le cose. Rapporti sono stati comunque instaurati anche con gli insorti della Cirenaica. Vengono poi monitorati i sostenitori del rais presenti nel Paese, così come gli ambienti del fondamentalismo islamico che potrebbero attivarsi.  

Caricamento commenti

Commenta la notizia