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L'arresto del deputato Vitrano, Ingrassia: "Nessuna tangente"

L'ingegnere bloccato insieme al politico del Pd la scorsa settimana con una mazzetta da diecimila euro al pm: "Non sono un estortore di denaro, né un mediatore"

PALERMO. La procura sta valutando se sentire nuovamente il deputato del Pd, Gaspare Vitrano, e l'ingegnere Pier Giorgio Ingrassia, entrambi arrestati una settimana fa con una mazzetta di diecimila euro appena consegnata da un imprenditore del fotovoltaico che aveva denunciato la concussione facendo scattare l'operazione di polizia.
Nell'interrogatorio di mercoledì scorso, chiesto dalla Procura e condotto dal pm Emanuele Ravaglioli, Ingrassia avrebbe ribadito quanto detto al gip Michele Alaimo che ne aveva convalidato l'arresto: "Non sono un professionista della tangente, né un estortore di denaro, né un mediatore". Ingrassia avrebbe solo consigliato all'imprenditore "di ringraziare Gaspare Vitrano per essersi interessato delle sue pratiche", come ha detto al pm l'ingegnere che lavorava al cantiere di Roccamena (Palermo), uno dei due impianti dell'imprenditore (l'altro si trova a Francofonte nel Siracusano).    
Vitrano, come ha ammesso Ingrassia, si sarebbe occupato delle pratiche per "velocizzarle" sottoponendole tempestivamente all'interesse "di qualche funzionario". Per questo motivo, l'ingegnere avrebbe suggerito all'imprenditore che bisognava ricompensare il deputato. Non ci sarebbe, quindi, secondo quanto riferito da Ingrassia, nessun sistema di tangenti e comunque, anche se esistesse, lui non ne sarebbe a conoscenza.

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