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Enti locali, la proposta di Ribaudo sulla legge elettorale

PALERMO. "Da diverso tempo giace all'ordine del giorno del consiglio comunale una delibera affinché si istituisca l'anagrafe pubblica degli eletti. Ciò consentirebbe maggiore trasparenza sugli eletti o i nominati in giunta che renderebbero pubblico il proprio curriculum vitae, la propria attività istituzionale nonché l'obbligo di indicare se, per la propria campagna elettorale, si è beneficiato di particolari contributi e da chi. Questa delibera è già proposta da Anci e presentata in conferenza stampa dal Sindaco Alemanno. In questi giorni, è in discussione all'Ars la riforma della legge elettorale per gli enti locali. Questa potrebbe essere questa un'ottima occasione per far sì che un tale atto di trasparenza diventi un obbligo di legge almeno per i comuni con una popolazione superiore ai 50.000 abitanti. Si potrebbe inoltre prevedere l'obbligo da parte dei partiti e del candidato, pena l'ineleggibilità, al momento dell'accettazione della candidatura in seno al consiglio comunale o provinciale, di allegare il proprio curriculum vitae. Qualora si tratti di un uscente, lo stesso dovrebbe allegare il resoconto della propria attività istituzionale, che a quel punto diverrebbe pubblica. In questi giorni di intenso dibattito, inoltre, sono state più volte nominate le quote rosa o preferenze di genere, quote rosa considerate una riserva indiana che non necessariamente premia il merito, punto di vista assolutamente condivisibile. A maggior ragione ritengo che il problema del merito non debba porsi solo se trattasi di donne che alla luce delle cronache nazionali, oggi più di ieri, e soprattutto dentro le istituzioni devono dimostrare di meritare quel ruolo ma anche per i tanti uomini che non a caso oggi rappresentano il 98% della politica siciliana. Quel 98% che oggi ha governato e non sempre con esiti postivi. Alla fine, come è giusto che sia, deciderà sempre l'elettore ma almeno avrà la sensazione di conoscere chi vota. Questo inoltre potrebbe essere un buon espediente anche per far conoscere le nuove generazioni che spesso pur non avendo ricoperto ruoli istituzionali hanno prodotto più di tanti altri da anni agli apici delle principali istituzioni".

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