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Tangenti, Ingrassia: “Fare regali ai politici è una prassi”

L’ingegnere di Misilmeri, presunto mediatore della mazzetta finita nelle mani di Vitrano: “Nell’ambiente uno sa come ci si deve comportare”

PALERMO. Ad insinuare il dubbio è stato Piergiorgio Ingrassia, il presunto mediatore della tangente da 10 mila euro finita nelle mani del deputato regionale del Pd Gaspare Vitrano. È stato lui, durante l’interrogatorio di sabato, a parlare di una sorta di “sistema”, di una prassi consolidata fatta di “regali” e “pensierini” a politici sempre disponibili: “Non è che ci fossero richieste esplicite, ma nell’ambiente uno lo sa come ci si deve comportare”. Davanti al gip Michele Alajmo, Ingrassia – che è difeso dall’avvocato Ugo Castagna – si è soffermato a lungo sul suo rapporto “personale e amichevole” con Vitrano: “Mi aiutava a muovermi nei meandro della burocrazia – ha detto –. È vero, mi agevolava, ma dandomi soprattutto indicazioni, accompagnandomi negli uffici o, ancora, presentandomi i funzionari”. Per questo, ha detto ancora Ingrassia, “avevo pensato che ci dovevamo sdebitare”. “O meglio, che la società dovesse sdebitarsi per avere avuto agevolazioni nell’iter. Diciamo – ha spiegato l’ingegnere di Misilmeri – che io avevo creato il contatto. E per questo pensavo che la ditta dovesse fare un regalo per i piccoli favori ricevuti”.
La versione integrale dell’articolo sul Giornale di Sicilia in edicola.

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