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“Niente donne a spingere la Vara il Giovedì Santo”: polemica a Caltanissetta

Secondo la tradizione è compito degli uomini. Il sogno della studentessa Melody Di Graci: “Sarò la prima, le processioni sono del popolo”. Ma la Real Maestranza dice no

CALTANISSETTA. Il sogno di Melody Di Graci, spingere una Vara del Giovedì santo a Caltanissetta, ha infiammato il contraddittorio e spaccato il fronte. Già perché la studentessa nissena, stravolgendo una tradizione secolare, ha incassato il sì di una delle sedici Vare - ”L’orazione nell’orto” di Giovanni Lo Dico che le ha offerto l’opportunità di essere tra i ”portatori” - ma ha acceso il confronto a distanza con la Real Maestranza che s’è chiusa a riccio sulle sue posizioni, tacciando come «utopico» l’ingresso delle donne nel corteo di ceti e mestieri del Mercoledì santo.
«Le tradizioni vanno rispettate - è la secca replica della giovane Melody - ma non sono d’accordo con le preclusioni». E non per mero partito preso, ma per i precedenti che la storia regala. «Parliamo di processioni - è andata avanti la studentessa nissena - e le processioni sono del popolo... E poi mi sono ampiamente documentata e già nel Medioevo le donne rivestivano un ruolo di primo piano nelle processioni. La Flagellazione, una delle espressioni più significative, a quel tempo erano aperte alle donne che rivestivano una parte attiva».
Come dire: nulla di ardito, oggi, se già tanti secoli fa non v’era alcun divieto sacrale alla presenza delle donne. «Tutt’oggi - ha rimarcato Melody Di Graci - in Italia e all’estero vi sono tante manifestazioni religiose aperte alle donne... penso a Siviglia o, per rimanere in Sicilia ai pesantissimi ceroni di Sant’Agata che le donne portano sulle spalle a Catania o, ancora, le famose corde di San Calogero a Naro, nell’Agrigentino». E in pochi giorni il caso Melody ha sollevato un vero e proprio polverone che non accenna a diradarsi.
Sul Giornale di Sicilia in edicola la versione integrale dell’articolo.

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