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Hernandez rapinato, Zamparini: episodio avvilente

Il presidente del Palermo: "Il calcio con questo fatto non c'entra nulla. Non credo che il ragazzo mi chiederà di andar via"

PALERMO. "L'aggressione subita ieri da Hernandez è un episodio avvilente, soprattutto per la città di Palermo. Il calcio, con questo fatto, non c'entra nulla". E' questo il commento all'Anasa del presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, alla notizia della rapina subita ieri dal giovane attaccante uruguayano, Abel Hernandez, nei pressi del centro sportivo che ospita gli allenamenti della squadra rosanero.    
Al giocatore sono stati sottratti, sotto la minaccia di una pistola, gioielli per un valore complessivo che si aggirerebbe sui 10 mila euro. "Cose del genere possono accadere ovunque - ha aggiunto Zamparini - in ogni città italiana".    
Zamparini ha escluso possa esserci una connessione fra l'aggressione ad Hernandez e quella subita da Cavani e Bertolo (che oggi gioca in Spagna), un paio di anni fa, sempre nella stessa zona del quartiere di Boccadifalco. Dopo quell'aggressione, Cavani chiese di andar via da Palermo ed anche Hernandez al proprio procuratore ieri sera avrebbe avanzato identica richiesta. "Cavani non andò via da Palermo perché era stato rapinato - taglia corto Zamparini - mi chiese il trasferimento a prescindere. Voleva cambiare squadra e basta. E non credo che Hernandez mi chiederà di andar via da Palermo".

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