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"Non ridussero in schiavitù un bambino": assolti due cingalesi

PALERMO. La seconda sezione della corte d'Assise di Palermo ha assolto Kim e Uddin Roish, originari del Bangladesh e residenti nel capoluogo siciliano, dall'accusa di riduzione in schiavitù. Kim è stato condannato solo per il reato di falso a sei mesi, pena sospesa. Secondo l'accusa, i due avevano organizzato l'arrivo in Italia un bambino di dieci anni facendo finta che fosse il figlio di Kim Roish, compilando false certificazioni. Una volta giunto in Italia, circa sette anni fa, il bambino sarebbe stato costretto a girare per le strade di Palermo facendo il venditore ambulante. La corte d'Assise ha sposato invece la tesi difensiva non riconoscendo il reato di riduzione in schiavitù.

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