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"No agli stage truffa": iniziativa di alcuni giovani a Palermo

Affissi volantini con messaggi ironici nelle vie dello shopping. La Cgil: il tirocinio dovrebbe essere strumento per formarsi, ma spesso celano veri e propri rapporti di lavoro subordinato

PALERMO. Difendere la dignità dei giovani e dito puntato contro gli stage truffa. È con questo spirito che si è svolta a Palermo la campagna della Cgil «Giovani non più disposti a tutto».Venerdì i giovani del nodo locale non più disposti a tutto di Palermo si sono dati appuntamento al Politeama. Da qui è partita una manifestazione simbolica. In questa zona, infatti, fino ad arrivare davanti alla sede del Comune a piazza Pretoria, sono state tappezzate le mura delle vie dello shopping con offerte di lavoro ironiche che stavolta puntano il dito contro gli stage truffa.
«Gruppo informatico cerca giovani laureati col massimo dei voti e il minimo della dignità». «Agenzia pubblicitaria cerca account junior con padre disposto a mantenerlo a vita». Questi sono solo due dei volantini con due diverse offerte di stage “stravaganti”, ma che fotografano la situazione attuale.
Alcuni giovani, inoltre, hanno divulgato per le vie del centro storico, all’università nelle facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza e al Forum la dichiarazione dello stagista e del praticante: proposte concrete che vogliono regolamentare l’uso illecito di stage e tirocini.
«Stage e praticantato dovrebbero essere strumenti per formarsi, ma in realtà troppo spesso celano veri e propri rapporti di lavoro subordinato senza alcun tipo di formazione e sono utilizzati come lavoro gratuito o sottopagato in sostituzione del personale» dichiara Laura Di Martino, segretario NIdiL Cgil. «Al centro dello stage – continua il segretario Di Martino - e del praticantato, invece, deve esserci il progetto formativo e qualora si tratti di lavoro bisogna utilizzare i contratti adeguati come ad esempio il contratto di apprendistato, pensato come strumento di inserimento lavorativo. L’azione messa in campo vuole denunciare lo sfruttamento dei giovani stagisti e praticanti. A Palermo, dove la disoccupazione giovanile cresce in maniera spropositata, gli stage stanno diventando quasi una proposta alternativa al lavoro nero». E ora si è aperta una nuova frontiera dello stage, con nuovi tipi di aziende che assumono stagisti come ha spiegato la Di Martino. «Catene di abbigliamento e aziende ricorrono sempre più all’uso dello stage per sostituire personale dipendente e solo in pochi dopo aver lavorato senza alcuna retribuzione e privati dei diritti più elementari riescono ad essere assunti. Per non parlare di tutti quei giovani che per anni vengono sfruttati presso gli studi professionali. In particolare, chiediamo al Governo e alle Regioni una nuova normativa volta a introdurre sanzioni per chi non rispetta le regole e rafforzare i limiti sul numero di stagisti per azienda, sulla durata massima dello stage e  sul divieto di proroga. Chiediamo che sia previsto per gli stagisti un rimborso spese di almeno 400 euro mensili, anche con la concorrenza, a titolo di borsa di studio, delle istituzioni pubbliche».

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