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Palermo-Agrigento, Comitato contro l'autovelox

Tanti controlli di velocità lungo il percorso per limitare il numero degli incidenti. Ma fioccano le proteste: troppe multe

AGRIGENTO. Andare a Palermo non è mai stato piacevole. Perché percorrere quella che viene definita la "strada della morte" è un'incognita. Dieci anni fa (Paolo Cilona) che alle vittime della strada ha dedicato un monumento ed un libro) affisse un cartello: " Prima di partire salutate i vostri familiari. Potrebbe essere l'ultima volta". Un messaggio macabro, ma che dava l'idea del terrore che prende ogni qualvolta ci si incammina verso il capoluogo.
Da alcuni mesi, però, non è solo una questione di vita o di morte. Andare a Palermo può costare centinaia di euro e la perdita di tanti punti della patente. Tutti in un colpo solo. Perché in una strada dove il limite massimo di velocità è di 70 all'ora (e solo in alcuni tratti) basta poco per diventare automobilisti fuorilegge. Basta andare a 76 chilometri orari. Ed allora si può restare "immortalati" in uno dei tanti fotogrammi degli autovelox che carabinieri, polizia stradale e vigili urbani collocano un po' in tutto i percorso di 120 chilometri circa.
Misuratori di velocità sono a Campofranco, a Lercara Friddi, a Bolognetta, aVillafrati, ed alle porte di Palermo. Se fossero collocati contemporaneamente, basterebbe poco per inanellare in un solo giorno tre, quattro infrazioni. Per carità, gli autovelox allungano la vita, aiutano a prevenire gli incidenti.
Multa dopo multa è nato un Comitato di protesta. Alla guida c'è Girolamo Rubino, amministrativista. La versione competa dell'articolo sul Giornale di Sicilia.

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