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Patenti facili, filmati 122 episodi di corruzione

L'indagine che ha portato all'arresto 51 persone a Palermo, tra funzionari della Motorizzazione, titolari di autoscuole e di agenzie disbrigo pratiche. Determinanti le telecamere piazzate dai poliziotti negli uffici di via Fonderia Oretea

PALERMO. A volte bastava il classico «aiutino», l’imbeccata più o meno innocente fatta di monosillabi o goffi mimi. In altre circostanze — soprattutto quando il candidato non riusciva a cogliere neanche il suggerimento servito su un piatto d’argento — era invece necessario un intervento deciso. Come in quel caso (era il 25 marzo 2009) in cui il titolare di un’autoscuola, su invito dello stesso Antonino Nobile — il funzionario della motorizzazione arrestato martedì dalla Squadra mobile assieme ad altre 50 persone — passò all’esaminando direttamente il foglio con le soluzioni, il cosiddetto «correttore». O come in quell’altro in cui ci vollero almeno tre tentativi e una fatica enorme per «estorcere» la risposta giusta a una candidata di nazionalità straniera. Quel giorno, il 29 aprile 2009, nell’ufficio di Nobile si presentò Antonino Filippone, titolare di un’autoscuola e di un’agenzia di disbrigo pratiche a Bagheria, accompagnato da tre esaminandi. In teoria sarebbero dovuti entrare uno alla volta (ovviamente escluso il titolare dell’autoscuola, che per legge non potrebbe assistere agli esami), invece erano tutti lì e tutti partecipavano attivamente alla seduta.

I quiz, le risposte, le risate
«Chi la rilascia la patente?» diceva ad esempio Nobile. «La motorizzazione» rispondeva la prima candidata. «E chi la ritira?» proseguiva l’ingegnere. «La motorizzazione», ripeteva a pappagallo la seconda candidata. «Eh no no... — la interrompeva Nobile — tranquilla, ascolta ascolta, non ti preoccupare. Tu sei con la macchina. Io ho la paletta, ti fermo, ti chiedo i documenti», suggeriva ancora il funzionario. Mentre un altro, accanto a Nobile, tentava disperatamente di aiutarla: «Per strada chi ti può fermare?». Solo allora la futura patentata rispondeva, incerta, tra le risate generali: «La polizia!». Era tremendamente facile superare l’esame, ottenere un rinnovo o la revisione di un mezzo nelle autoscuole o tra le agenzie coinvolte nell’operazione «Easy Driver». Il sistema messo in piedi da Antonino Nobile, dalla sua segretaria e collaboratrice a tempo pieno Rosamaria Mangano e da Emanuele Lo Cascio, anche lui funzionario della motorizzazione, era banale ma al tempo stesso efficiente e inattaccabile. Perché tutti, alla fine, guadagnavano qualcosa: candidati e clienti, intanto, che avevano una corsia preferenziale; eppoi agenzie e autoscuole, che incrementavano il volume d’affari; mentre i funzionari della motorizzazione si arricchivano incassando mazzette apparentemente modeste (100 euro a pratica) ma che moltiplicate per il numero di «aiutini» elargiti potevano diventare anche migliaia di euro al giorno. Sono in tutto 122 gli episodi di corruzione filmati in sei mesi dagli agenti della sezione reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile. E poco meno della metà — 46 in tutto — riguarda esami di patente che adesso potrebbero essere annullati.
La rete... di protezione
Nessuno ha mai denunciato niente. Anzi, c’era un livello di complicità tale che, spesso, erano gli stessi titolari di agenzie e autoscuole a proteggere i funzionari corrotti. Spulciando le 282 pagine dell’ordinanza firmata dal gip Piergiorgio Morosini — su richiesta del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e del sostituto Amelia Luise — emergono infatti una serie di escamotage e di trucchi utilizzati per criptare le conversazioni. Uno dei più «creativi» è risultato Pietro Catalano, 38 anni, di Partinico, accusato di 9 episodi di corruzione e già arrestato in flagrante nel 2009, proprio mentre passava una mazzetta ad Antonino Nobile. Poco prima di finire in cella i due avevano appreso, «grazie» a un avviso di garanzia recapitato al funzionario della motorizzazione, di un’indagine della Polstrada che tra l’altro non aveva nulla a che vedere con quella attuale. Temendo di essere intercettati, Catalano propose a Nobile di attivare sempre il lettore mp3 del telefono cellulare per coprire le loro conversazioni: l’espediente si rivelò azzeccato, ma i due probabilmente non avevano considerato la possibilità che dentro ci fossero anche le telecamere. Proprio grazie a questi dispositivi, piazzati negli uffici di via Fonderia Oretea, i poliziotti sono riusciti a ricostruire decine di tangenti che hanno portato a 51 arresti: dieci — accusati tra l’altro di associazione per delinquere — sono finiti in carcere, altri 41 ai domiciliari, mentre sei autoscuole (con le relative succursali) sono state interdette. Tra le persone arrestate c’è pure un pregiudicato di Gela già indagato per mafia, Giuseppe Licata, di 45 anni, che però non ha niente a che vedere con l’autoscuola Licata di via Parioli, 54 a Gela.

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