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Dia Catania: nel 2010 confiscati beni per 160 milioni

E' il risultato che emerge dal bilancio dell'attività annuale della Direzione antimafia che ha interessato le famiglie di Cosa nostra etnea, ma anche del Siracusano e del Messinese

CATANIA. Diciotto provvedimenti giudiziari di sequestro e confisca di beni eseguiti, per un patrimonio tolto alla criminalità organizzata stimato complessivamente in 160 milioni di euro. È il bilancio dell'attività del 2010 della Direzione antimafia di Catania che ha interessato le “famiglie” di Cosa nostra etnea, ma anche del Siracusano e del Messinese.
Il centro operativo Dia di Catania ha anche eseguito 328 accertamenti per il mantenimento del carcere “duro”, il 41 bis, e istruito 953 richieste di informazioni su richieste di gratuito patrocinio. Su disposizione dei prefetti di Catania e Siracusa ha eseguito anche accessi in 4 cantieri: all'ospedale San Marco e al centro commerciale Ikea a Catania, al complesso Iacp a Adrano e al porto grande a Siracusa.
Svolti anche accertamenti su 1.349 società impegnate nella partecipazione alla realizzazione di opere pubbliche o destinatarie di fondi pubblici.
Nel corso del 2010 la Dia di Catania ha inoltre trattato complessivamente 17 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette, delle quali tre sono ancora in corso. Lo scorso anno la Dia etnea ha anche eseguito importanti operazioni antimafia. Tra queste ricordiamo quella denominata “Cherubino”, con l'esecuzione di 18 ordinanze contro il monopolio del “caro estinto” in ospedale gestito dalle famiglie D'Emanuele e Santapaola e quella coordinata dalla Dda della Procura di Napoli per l'illecita concorrenza nel settore dei trasporti in cui sono stati coinvolti il clan dei Casalesi di Caserta e la cosca Madonia di Caltanissetta.

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