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Locali chiusi e associazioni fantasma nei beni confiscati alla mafia

I vigili urbani, incaricati di effettuare i sopralluoghi, hanno trovato appartamenti deserti, senza insegne o orari di ricevimento. Solo in tre sedi sono state perseguite finalità benefiche

PALERMO. Tornano le ambiguità e le polemiche sulla “non” gestione dei beni confiscati alla mafia. Dai verbali del 20 aprile e del 21 giugno scorsi, dei vigili urbani, incaricati di effettuare i sopralluoghi per verificare le finalità benefiche e umanitarie dei beni, sono emerse numerose contraddizioni e associazioni inesistenti - così come riportato nelle pagine del Giornale di Sicilia in edicola oggi.
Tra i locali controllati ci sono una palazzina di vicolo Parisi, a Cruillas, che ufficialmente è la sede dell’associazione “Artemisia” ma «all’atto del sopralluogo l’immobile risultava essere chiuso e inaccessibile». Stessa situazione per la «Aido» di via Palmerino 42. I vigili hanno tentato due sopralluoghi, ma senza esito: nessun operatore, nessuna insegna, né tantomeno gli orari di apertura o di ricevimento. Risultato «parzialmente positivo» per la “Live Europe”. Nel senso che «l’utilizzo del bene non rispondeva a pieno con quanto riscontrato nel carteggio».
Mentre in una villa in viale Regione Siciliana, a Città Giardino, durante il controllo «veniva accertata la presenza di diversi ”ospiti”; in particolare anziani con evidenti problemi di salute. Non si riscontrava la presenza di ragazze madri o minori bisognosi di assistenza». I vigili, addirittura, all’ingresso hanno anche trovato una licenza rilasciata dallo Sportello unico per l’esercizio di «una casa di riposo per anziani denominata Villa Giardino». Mentre la sede dell’"Arci Ragazzi" di via San Lorenzo 25, per ben due volte è stata trovata chiusa. Assenza di qualsiasi attività nei locali dell’associazione "Il quadrifoglio"; "Uniamoci Onlus" e "La Madonnitta".
Riscontro positivo, invece, con l’associazione Ornitologica Trinacria (via Pozzo, 48), l’associazione «Micologica Trinacria» (via Bazzano 19) e l’associazione «la Fraternità» in via Orsa Minore 122. In tutti e tre i casi i locali erano attrezzati e forniti di tabelle con il tipo di attività svolta e gli orari di ricevimento.

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