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Arrestato per mafia nega i rapporti coi boss

Interrogato Filippo Catania, titolare del centro 'O sole mio', tra i 63 fermati nel blitz della polizia

PALERMO. Ha negato di avere reinvestito nel suo centro benessere i soldi del boss Giovanni Bonanno, ucciso col metodo della lupara bianca dai capimafia Sandro e Salvatore Lo Piccolo, e di avere fatto da "postino", smistando i pizzini destinati ai boss di San Lorenzo.
Filippo Catania, una delle 63 persone arrestate ieri dalla polizia in un blitz antimafia che ha smantellato il mandamento, accusato di intestazione fittizia di beni, è stato sentito oggi dal gip di Palermo nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia. Catania, titolare del centro 'O sole mio', ha detto di aver conosciuto il boss assassinato perché questi aveva diretto i lavori di ristrutturazione del suo locale. In mattinata sono stati interrogati altri 5 indagati che si sono, invece, avvalsi della facoltà di non rispondere. In tutto il gip oggi sentirà 15 persone. Gli interrogatori proseguiranno domani.

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