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Ciancimino: "De Gennaro? Non ho condiviso le idee di mio padre su di lui"

Il superteste prova a gettare acqua sul fuoco dopo che, riferendo le parole di Don Vito, avrebbe accusato l'ex capo della polizia di essere vicino al signor Franco

PALERMO.  "Gianni De Gennaro ha rappresentato la lotta alla mafia ed è un grande investigatore, però prima di annunciare querela avrebbe dovuto leggere le dichiarazioni che ho messo a verbale davanti ai magistrati di Caltanissetta, in cui evidenzio che non ho mai condiviso le idee di mio padre su di lui". Massimo Ciancimino cerca di gettare acqua sul fuoco. Il giorno dopo le polemiche causate dalle sue rivelazioni ai pm di Caltanissetta, ai quali avrebbe detto, riferendo le parole del padre, che l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro era "vicino" al signor Franco, il superteste puntualizza il senso delle sue dichiarazioni. A cominciare  dall'identità del fantomatico 007 che avrebbe fatto da intermediario nella trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra. "Non so il vero nome del signor Franco. Se sapessi chi è magari avrei potuto farci un patto e forse ora sarei ministro o deputato", commenta sul filo dell'ironia.     
Non sorride però l'ex capo della polizia, che ieri ha bollato come "evidenti falsità" le rivelazioni di Ciancimino jr, preannunciando una formale denuncia per calunnia. Ed anche i magistrati della Procura di Caltanissetta stanno valutando l'ipotesi di iscriverlo nel registro degli indagati per lo stesso reato, nonostante l'opinione diversa dei colleghi palermitani, che continuano a ritenerlo un teste chiave in diverse inchieste. "Massimo Ciancimino - osserva il Procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia - è un personaggio sui generis, si sa. La valutazione delle sue dichiarazioni va fatta caso per caso: sono attendibili e apprezzabili quando sono riscontrate e, in alcuni casi, sono state riscontrate".    
E il figlio di Don Vito, dopo avere fiutato l'aria che tira, si affretta a sottolineare: "Rispetto i magistrati. Tutti. Quelli di Palermo e quelli di Caltanissetta".
Ma le polemiche sollevate dopo che il superteste ha tirato in ballo anche il nome di De Gennaro non si placano. Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto liquida Ciancimino come "un falso pentito" e aggiunge: "la sua memoria e quella di sua madre funzionano a intermittenza, a distanza di anni e di mesi e forse anche a comando”.

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