Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

"Sono un ladro, non un assassino"

Parla Damiano Giovanni Palermo, il presunto assassino del camionista ucciso nel tentativo di impedire il furto del suo furgone

CATANIA. «Sono un ladro, non un assassino». Lo ha detto agli investigatori Damiano Giovanni Palermo, 21 anni, fermato per omicidio e rapina impropria, nell'ambito delle indagini sull'uccisione, avvenuta lunedì scorso a Catania, di Salvatore Niesi, l'autotrasportare di 35 anni di Caltanissetta che fu travolto dal proprio furgone nel tentativo di impedirne il furto. Il giovane ha detto agli investigatori di non essersi accorto dell'impatto con il corpo dell'autotrasportatore e di essersene reso conto soltanto in un secondo momento. Ad illustrare i particolari dell'operazione è stato, stamattina, il sostituto procuratore Enzo Serpotta.
Damiano Palermo è stato individuato dopo che gli investigatori hanno visionato le immagini registrate da alcune telecamere di una ditta privata, sul luogo dell'omicidio. Le immagini hanno mostrato due persone a bordo di una Fiat Panda, una delle quali indossava una giubbotto rosso: alla guida del camion rubato si era poi messa una persona con un giubbotto dello stesso colore, motivo per cui gli investigatori sono risaliti a Palermo.
Le dichiarazioni dell'indagato sono state ritenute "parzialmente credibili" dai magistrati.
«L'autista - ha detto il magistrato - aveva 50 metri di vantaggio sul camion e ha avuto la possibilità di mettersi davanti al mezzo ed è stato travolto e trascinato per oltre 100 metri». Il padre di Palermo, Francesco, ritenuto vicino al clan dei Cursoti, fu ucciso il 27 settembre del 2009.
All'incontro con i giornalisti ha preso parte anche il questore Domenico Pinzello che ha sottolineato come durante le indagini «sono stati acquisite testimonianze, anche anonime, che hanno dato un contributo all'investigazione». Il questore si è poi rivolto agli autotrasportatori: «Quando acquistano pezzi di ricambio nel mercato illecito - ha detto - pensino che sono mezzi sottratti ai loro colleghi e, come in questa circostanza, macchiati di sangue. Pensino chi stanno foraggiando».

Caricamento commenti

Commenta la notizia