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Rifiuti a Palermo, l’Amia accusa Comune e Regione

L’azienda: l’amministrazione non ha rispettato gli impegni, Palazzo d’Orleans non ci aiuta per il percolato e aspettiamo 30 milioni dal Cipe

PALERMO. Comune di Palermo e Regione non hanno rispettato i patti. Questa l’accusa dell’Amia, l’azienda di igiene ambientale del capoluogo siciliano che affronta la nuova emergenza in città. Mancano ancora le autorizzazioni per la sesta vasca ma, soprattutto, mancano i soldi. "Il Comune non ha rispettato gli impegni - dice l'Amia - e mancano i 30 milioni di euro che dovevano arrivare dal Cipe. Anche la Regione aveva promesso dieci milioni di euro per risolvere l'emergenza percolato, ma ancora non si è visto nulla. Per non parlare degli 80 milioni che ancora aspettiamo dagli altri Comuni per il conferimento dei rifiuti. Per queste amministrazioni la Regione si doveva attivare per il finanziamento dei debiti, ma la situazione sembra essere ferma".
Intanto l’azienda assicura che la situazione tornerà presto normale anche grazie alla messa in funzione del trituratore a noleggio. Il "Mammut", questo il nome della macchina, è in grado di triturare mille tonnellate al giorno, mentre l'apparecchio rotto, quella della Unieco, ne lavora 500 al giorno.
Il trituratore Unieco dovrebbe comunque essere riparato entro domani, il pezzo rotto è arrivato dalla Germania e i tecnici sono al lavoro. Un terzo trituratore, quello vecchio dell'Amia, é ancora al lavoro ma con ritmi molto ridotti. Una soluzione definitiva dovrebbe arrivare con l'acquisto di una macchina nuova che andrà in gara il 23 novembre ed è pronto anche il progetto per l'impianto di selezione dei rifiuti che dovrebbe essere attivo entro il 2011. Un altro problema da risolvere è la capienza della quinta vasca, che fra poco sarà esaurita. Entro l'anno dovrebbe essere pronta la "sella" con un ulteriore capacità di conferimento che dovrebbe durare sei mesi.

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